ACHILLE LADEERCHI
Nino Drei
Il
contee Achille Laderchi nasce a Faenza l'11 maggio 1830 nella nobile
famiglia che, prima ancora dell'arrivo dei francesi, si è distinta per
idee liberali, giacobine prima e patriottiche poi. Il padre Francesco,
uno dei punti di riferimento dei cospiratori faentini, è stato prefetto
prima di Ravenna poi di Forlì con la Repubblica Romana. A soli
diciott'anni Achille partecipa alla prima guerra d'indipendenza in
Veneto come ordinanza del generale Ferrari, l’anno successivo combatte
in difesa della Repubblica Romana e, dopo la restaurazione pontificia,
partecipa alle cospirazioni. Quando in occasione della visita di Pio IX
in città nel 1858 viene nominato membro della commissione che deve
progettare come accogliere convenientemente Sua Santità egli non esita
a rifiutare l’incarico.
Il conte Achille Laderchi.
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Nel 1859, dopo aver messo la sua Villa Il Prato a disposizione del
patrioti faentini che esulando clandestinamente per la via di
Modigliana corrono ad arruolarsi nell'esercito piemontese, è ufficiale
d'ordinanza del generale Mezzacapo e l'anno successivo è a capo dei
Civici faentini che liberano la città di Urbino dai papalini. Nello
stesso ‘59 è eletto fra i deputati di Faenza all'Assemblea delle
Romagne che, riunitasi a Bologna, proclama la decadenza del potere
temporale e la volontà di unirsi al Piemonte ed è poi fra i sette
delegati dell'Assemblea che portano a Monza a Vittorio Emanuele il
risultato dei lavori. A Faenza è fondatore e presidente della
cavourriana "Societa Nazionale"
ed il 28 febbraio del 1860 fra i membri del "Comitato promotore per le
elezioni dei Deputati al Parlamento" che ha come suo sintetico
programma:
"1° Annessione immediata edassoluta alla Monarchia costituzionale di casa Savoja.
2° Indirizzo politico alla Indipendenza. ed Unificazione d'ltalia." II suo impegno politico continua ininterrotto dopo la raggiunta unità
sempre su posizioni filogovernative. Siederà sempre in Consiglio
Comunale oltre a ricoprire incarichi anche in numerosi enti. É nominato sindaco una prima volta il 28 novembre 1861 rimanendo in
carica sino al 13 febbraio 1863 e lo sarà di nuovo, questa volta
eletto, dal 28 novembre 1901 al 17 ottobre dell’anno successivo dopo
essere stato nel 1895 fra i gli autori dell'accordo fra cattolici
e liberali che porterà tale schieramento alla conquista
dell'amministrazione comunale.
Ma la sua attività non si limita alla politica; nel 1860 Luigi Carlo
Farini lo nomina amministratore governativo delle Valli di Comacchio,
con lauto compenso, ed egli partecipa poi attivamente anche alla vita
economica e filantropica della città spesso intrecciate in quell'epoca.
Così nel 1865 è tra i fondatori della Banca Popolare di Faenza, una
delle prime nate in Italia, e dell'Associazione Industriale; dal 1866
al 1869 e vice presidente della Cassa di Risparmio di Faenza; sempre
vicino alla Società di Mutuo Soccorso fra gli operai di Faenza alla
quale offre sempre per la festa annuale, almeno sino a quando le
difficoltà economiche nelle quali si dibatte non lo costringono alla
vendita, la sua Villa Il Prato. |
La sua collocazione politica su posizioni di "centro-destra" non gli fa
pero dimenticare il passato ed è cosi anche tra i fondatori, e sempre
ne sarà uno dei pilastri, del Ricreatorio Laico Festivo create dai
faentini all’arrivo dei Salesiani in città per offrire ai giovani
ricreazione ed istruzione senza essere sottoposti all'indottrinamento
religioso. Achille Laderchi sarà anche, fino alla morte avvenuta il 9 giugno 1906,
il monumento vivente del Risorgimento faentino ed il geloso custode
delle patrie memorie; così nel 1888 egli è membro della "Commissione
ordinatrice" che prepara la seconda grande esposizione risorgimentale
d'ltalia, il cosi detto "Tempio del Risorgimento" a Bologna.
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