La Croce del Borgo compie 95 anni

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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     La Croce del Borgo compie 95 aani

Giuliano Bettoli

     Intanto guardate bene le due fotografie con la Croce in primo piano. Quella di sinistra la fece un fotografo inglese il 24 novembre del 1944, quando la Croce aveva 23 anni. E i primi soldati neozelandesi attraversavano il Borgo per attestarsi sul Lamone. Sarebbero entrati in Faenza solo più di venti giorni dopo. Quella di destra, dalla stessa posizione, l’ha fatta Vittorio Gaudenzi di foto B.G. lunedì 18 aprile scorso quando, invece, la Croce, di anni stava per compierne 95. Difatti questa forte Croce, che si innalza a metà del Borgo Durbecco sul piazzale della chiesa della Compagnia, fu inaugurata la domenica 24 aprile del 1921. E siccome, di recente, è stata restaurata la base sulla quale la Croce sorge e anche la stessa Croce è stata sanata da alcune ferite, e ripulita per merito della Cmcf di Faenza diretta da Daniele Lama. Di questa Croce ve ne ho parlato ancora: una storia tormentata, la sua… terribile, il clima politico e sociale intendo, vissuto dai borghigiani negli anni che vanno dal 1815 al 1860.




     Un clima di odio, di lotte quotidiane, di crimini feroci anche, e tanti. Non solo tra borghigiani e faentini. Ma anche tra i borghigiani stessi. E, spesso, la religione, anche allora - come vediamo oggi nel mondo - poteva essere l’assurdo pretesto della divisione e del delitto. In questo clima bisogna collocare anche la storia tormentata della Croce. Una volta era di legno, ma non si sa la data precisa in cui era stata messa lì. Si sanno invece, e bene, le due date quando essa fu distrutta. Per due volte. La prima volta fu la notte dell’8 dicembre 1864, vigilia dell’Immacolata, quando una squadraccia di giovinastri ubriachi la sbriciolarono.


Domenica, 24 aprile 2016 don Marco Ferrini benedice la Croce. Sullo sfondo le Chiese della Compagnia e di San Antonino.

    A Sant’Antonino era parroco don Borghi. E il vescovo Folicaldi protestò duramente col sottoprefetto di Faenza. Rifatta diversi anni dopo, forse nel 1888, ancora in legno - legno di quercia - fu addirittura segata la notte del 19 novembre 1920 e i pezzi gettati nel Lamone. Ma, dopo la seconda volta, un grande parroco di Sant’Antonino, don Natale Valenti, promosse una sottoscrizione popolare, alla quale partecipò attivamente anche questo giornale. E in cinque mesi la Croce fu innalzata di nuovo, e stavolta in cemento armato. L’inaugurazione fu un avvenimento grandioso. Appunto 95 anni fa. C’erano migliaia di persone.  La manifestazione durò tutta domenica 24 aprile 1921: giovani, soprattutto, quella volta, e da tutta la Romagna. Con banda, e le bandiere e i gagliardetti di tante giovani associazioni cattoliche. Adesso tornate a guardare le due fotografie. Ebbene, non una casa, non una pietra di quelle che appaiono nella prima foto sono rimaste nella seconda. Nulla. Tutto è stato distrutto dalla guerra. Solo la Croce è rimasta. Intatta. In questa straordinaria foto, che pur abbiamo visto tante volte, la nostra grande Croce sembra dire, in silenzio ma con forza, che lei è l’unica speranza, solida, che rimane, in mezzo alle rovine che la cattiveria insensata degli uomini riesce a combinare. Le case del Borgo che vedete nella foto in bianconero non erano state tutte distrutte dai bombardamenti aerei e dalle granate. Lo vedete anche voi. Qualche vuoto, danni sì. Ma il Borgo avrebbe potuto rinascere come prima. Ma furono i soldati alleati che immediatamente dopo la loro “liberazione” demolirono tutto. Per stendere il pietrame e le macerie ricavate sulle strade ormai impercorribili e, così, poter passare, finalmente, coi loro pesanti e infiniti automezzi di guerra.
 
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