La sfera celeste di Vincenzo Coronelli
Biblioteca Comunale Faenza
L’acquisizione
Il
ritorno in Biblioteca Comunale della sfera celeste di Vincenzo
Coronelli dopo i lavori di restauro di Nicolangelo Scianna è
l’occasione per ripercorrere alcune tappe delle sue vicende. Il globo,
superstite del bombardamento del novembre 1944, è un globo celeste “ da
tre piedi e mezzo” del tipo concavo, seconda edizione ed era collocato
in una sala del Museo Torricelliano dal 1974. Prima del pesante
bombardamento e del successivo incendio appiccato dalle truppe tedesche
in ritirata in biblioteca era conservata, come in analoghi istituti di
tradizione, una coppia di globi del Coronelli, quello celeste e quello
terrestre. Come si vede dalla fotografia sottostante, che non porta una
data ma è riconducibile alla fine del sec. XIX per alcuni dettagli
degli arredi e per la presenza del bibliotecario don Antonio Verna, i
cimeli erano conservati al primo piano nell’Aula Magna.
Vincenzo Coronelli.
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Le
vicende belliche sventrarono tutta la zona centrale dell’edificio e di
questo ambiente non rimase che qualche suppellettile isolata tra cumuli
di macerie.
Dei due globi si salvò solo quello celeste, se pur
gravemente danneggiato, mentre di quello terrestre rimase solo la base
lignea ottogonale. Una legittima curiosità investe la provenienza dei
due globi: da quanto tempo si trovavano in biblioteca? Provenivano da
una istituzione conventuale o scolastica o erano stati donati da un
privato?
Nel primo
inventario manoscritto del materiale librario presente in biblioteca,
redatto dal bibliotecario conte Giovanni Gucci nel 1816, che descrive i
pezzi provenienti dai patrimoni delle congregazioni religiose soppresse
destinati alla formazione della pubblica biblioteca, non vengono
menzionati e di conseguenza non erano presenti al momento dell’apertura
al pubblico nel 1818. Non compaiono neppure nell’Inventario di diversi
effetti che appartenevano al cessato Liceo consegnati dal sig. G. Zauli
al sig. Paolo Bandini il 15 settembre 1820.
Tracce di
una loro provenienza da famiglie nobiliari della zona non sono state
rinvenute né nell’archivio storico comunale né nell’archivio della
biblioteca, né sono rintracciabili note di provenienza o di possesso
nel globo superstite. La prima volta in cui vengono menzionati nei
carteggi comunali è una lettera del 4 febbraio 1833 indirizzata da
Giovanni Battista Curioli al gonfaloniere di Faenza Ginnasi in cui
chiede che, a beneficio degli studiosi, i due globi vengono spostati
dalla Pinacoteca Comunale per una maggiore visibilità. La lettera ha un
sollecito riscontro di lì a pochi giorni – il 7 febbraio – da parte del
Gonfaloniere che dichiara “si conviene al traslocamento proposto”.
Nel 1833
la biblioteca e la pinacoteca erano situate nel medesimo palazzo
(quello attuale della biblioteca) unitamente alle scuole comunali, ma a
differenza delle raccolte librarie, le collezioni d’arte non furono
aperte al pubblico fino al 1879, dopo le seconde soppressioni e il
trasferimento nei locali dell’ex-convento dei Gesuiti. |
Gli eventi bellici
Poi
le carte tacciono per lungo tempo fino a quando le vicende del globi
non si intrecciano con le celebrazioni del terzo centenario
dell'invenzione del barometro di Evangelista Torricelli nel 1944.
Nonostante l'infuriare della guerra nel gennio del 1944, per i tipi di
Francesco Lega, era stato pubblicato il quarto e ultimo volume delle
opere di Torricelli ed era stato riallestito il Museo Torricelliano con
i due globi al primo piano in un piccolo ambiente adiacente all'Aula
Magna, dove ora si trova il lungo corridoio adibito a deposito. Dopo il
bombardamento e l'incendio, per le condizioni di pericolosità
dell'edificio, per oltre un mese non si poté accedere ai locali della
biblioteca. Dei due mappamondi ne rimaneva uno solo, unitamente al
basamento dell'altro gravemente danneggiato.
Dopo il
1947 per un po' le carte tacciono, ma l'attenzione dell'allora
direttore non venne meno. Nel 1950 vennero presi contatti con il
restauratore (antiquario e doratore) Paolo Paolucci di Rimini che venne
a visionare il globo a Faenza e presentò un preventivo di spesa di
70.000 lire. II 17 ottobre 1951 Zama confermava a Paolucci di avere
reperito il denaro pattuito e che avrebbe provveduto a recapitare a
Rimini il mappamondo "con un camioncino" (quello dell'Ufficio Economato
del Comune di Faenza), raccomandando che il lavoro "deve essere
eseguito con tutta la cura possibile". Contemporaneamente annunciava la
spedizione dei pezzi residui del mobiletto di supporto dell'altro
globo, con l'indicazione che l'insieme "può essere ricostruito con le
debite riparazioni ... Penso che il mobiletto, per se stesso, non
sarebbe fuori posto nel Museo, in attesa di far magari lo stesso
Mappamondo". II 6
novembre, al momento della partenza per Rimini, Zama dandone opportuna
comunicazione al sindaco Pietro Baldi, gli annunciava anche che le
spese di restauro, salite a lire 100.000 per gli interventi sul
mobiletto di cui si e detto, sarebbero state interamente sostenute dal
prof. Pietro Montuschi, suo amico, che era stato podestà di Faenza dal
1930 al 1934.
Biblioteca Comunale di Faenza, i due globi in una vecchia fotografia.
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Il globo in laboratorio sullo speciale supporto per il restauro.
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II globo,
dopo un intervento che a detta del restauratore era stato "molto più di
quello previsto", ritornò in Biblioteca il 12 dicembre 1951 con le
stesse modalità con cui se ne era partito. Zama, scrivendo al sindaco
del termine dei lavori, lo rassicurò in merito alla sua futura
collocazione: "II lavoro di restauro ha dato un buon risultato, tenuto
conto dello stato veramente deplorevole in cui eran ridotti il globo
col relative cavalletto e l'altro cavalletto ... II globo è presso
questo ufficio [Ufficio di Direzione] e troverà la sua sistemazione
definitiva". La sistemazione definitiva fu l'affidamento alla neonata
(1947) Società Torricelliana di Scienze e Lettere, la cui sede era
nello stesso palazzo della biblioteca, unitamente a tutti i cimeli del
Museo Torricelliano. II cav. Montuschi venne convenientemente
ringraziato e il suo nome scolpito nella lapide dei benefattori sotto
il loggiato del chiostro antico della biblioteca.
Nel 1963 a
seguito di ulteriori lavori nel palazzo e dell'apertura di una serie di
negozi affacciati alla piazza, alla Società Torricelliana vennero
assegnati i neonati locali di mezzanino sovrastanti i negozi. II Museo
Torricelliano, lì riallestito, vi rimase fino al 1974, quando, per
decisione dell'Amministrazione Comunale, unitamente alla Societa, venne
trasferito al primo piano del prestigioso Palazzo Laderchi, allora sede
anche degli Assessorati alla Cultura e all'istruzione. La sfera
coronelliana è rimasta collocata in quei locali fin quando Nicolangelo
Scianna propose generosamente all'Amministrazione Comunale di eseguire
l'attuale restauro senza alcun onere finanziario come tassello di una
sua ricerca sull'opera cosmografica di Vincenzo Coronelli. Nel 2008
questo importante recupero è terminato e al fine di favorire una
maggiore visibilità il globo è stato riportato nella sede della
Biblioteca Comunale e collocate nell'Aula Magna al primo piano.
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SCHEDA TECNICA
Autore: Vincenzo Coronelli
Data: (1699-1700)
Globo: celeste tipo concavo.
Fusi:
n. 12 ciascuno diviso in quattro parti: la prima dai 70°ai 23°lat.
Nord, la seconda dai 23°a 0°, la terza da 0 a 23°Sud, la quanta da 23°a
70°Sud.
Calotte: Nord diametro mm. 368; Sud, mm. 370.
Circonferenza: all'equatore mm. 3412, ai poli mm. 3.382.
Sfera: esternamente di gesso e carta su legno. Peso Kg.32,5.
Carta del fusi: spessore mm. non rilevabile 20 vergelle, mm. 32.
Cartigli:
con la dedicatoria "Alla Serenissima Repubblica e Serenissimo Principe
Francesco Morosini Doge di Venezia", posizionato sopra la costellazione
dei Gemelli. Intitolato "Amico Lettore ", sopra la costellazione Fenice
a sinistra; intitolato "Dell'epoca", sopra la costellazione Fenice a
destra; un quarto cartiglio di forma ovale con riferimenti alle
costellazioni e sotto la costellazione della Colomba.
Base:
in legno, formata da un quadrate con lati concavi e superficie a due
livelli sagomati; ad ogni angolo si alzano due colonnine tornite con
base comune, costituita da un parallelepipedo, e capitelli singoli
quadrati su cui poggia l'orizzonte. Piedi a doppia cipolla. Al centro
del quadrato su un sostegno circolare poggia un binario in ferro con
due rotelle di alluminio alle estremità, aggiunta moderna allo scasso
per il meridiano.
Danni prima del restauro:
molto imbrunito per ossidazione di più vernici sovrapposte; evidenti
lacune grandi e piccole, queste solo stuccate con gesso, quelle con
carta e ritocchi ad acquerello in maniera empirica senza alcuna
attinenza con il disegno stampato sul fuso. Graffi da superficiali a
profondi causati da sfregamento della superficie contro il meridiano.
II perno Nord è uscito dal proprio alloggiamento ed è incastrato fra
questo ed il legno. La vite che sopporta il perno a Sud è instabile.
Mancanza di una cipolla in un piede.
Il globo Coronelli dopo il restauro.
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Il “Faentino lontano” Nicolangelo Scianna:
ha riconsegnato alla città il globo Coronelli
di Giorgio Cicognani
Il “dottore dei
libri” non è certo la descrizione esatta, ma rende bene l’idea.
Potrebbe essere questo uno degli appellativi con cui chiamare,
Nicolangelo Scianna il vincitore 2016 del prestigioso premio “Faentino
lontano” che gli è stato consegnato il 26 giugno al Teatro Masini. Nato
nella nostra città il 28 settembre 1945, Nicolangelo si è trasferito
tredici anni dopo con la famiglia a Forlì, dove tuttora risiede. Un po’
restauratore di libri, un po’ docente e un po’ inventore, il
riconoscimento di “Faentino lontano” vuole anche premiare la sua
attività di restauro e ricostruzione, a titolo gratuito, dei globi di
Vincenzo Coronelli, tornati a essere esposti in Biblioteca comunale.
Nicolangelo Scianna.
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Un amico dei libri
La vita di Nicolangelo Scianna è legata all’amore per la cultura e per
i libri. Nel 1972 si laurea in scienze biologiche, ma la sua “biologia”
sarà legata non tanto alla cura degli esseri viventi, quanto a quella
dei libri, che proprio come gli umani hanno bisogno di cure,
attenzioni, medicine per rimanere in buona salute e tramandare i loro
contenuti. Restauratore e docente di conservazione e restauro di
materiali librari e cartacei, due anni dopo la laurea, nell’autunno
1974, insieme alla moglie apre a Faenza (in corso Mazzini 55) un
“Laboratorio di patologia e restauro del libro”, che resterà aperto
fino al 1976. In quello stesso anno cura, insieme al direttore della
Biblioteca comunale manfreda, la mostra “Amici e nemici del Libro”,
sulle problematiche del restauro librario. Chiuso il laboratorio
faentino trasferisce l’attività di restauro presso la sua abitazione di
Castrocaro Terme, prima di riaprire nel 1979 un nuovo laboratorio
cooperativo a Forlì, il “Centro per la Patologia e la Conservazione del
Libro e del Documento Scianna”, allestito in locali messi a
disposizione dal Comune di Forlì.
Le invenzioni: Climabox e Salvadorso
Probabilmente a fine anni Ottanta non si parlava di startup e app, ma
quello che fece all’epoca Nicolangelo Scianna non ha nulla da invidiare
all’innovazione di oggi. Nel 1989 brevetta il “Climabox”, un
contenitore ad umidità stabile per l’esposizione e il trasporto di
materiale museografico e bibliografico, il cui uso è particolarmente
diffuso nelle esposizioni temporanee di arte antica per proteggere
preziosi dipinti su tavola. Nel 1990 inventa il “Salvadorso” un
brevetto per proteggere dall’usura i libri in biblioteca.
Il restauro dei globi Coronelli
All’inizio degli anni Novanta Nicolangelo inizia ad occuparsi
delrestauro dei globi, diventandone uno specialista, grazie soprattutto
a quelli del cartografo Vincenzo Coronelli (1650 – 1718), di cui
diventa un grande studioso. Se siete stati almeno una volta nella sala
studio della Biblioteca manfrediana, avrete sicuramente notato quel
gigantesco mappamondo posto all’ingresso della sala: una delle più
importanti testimonianze storiche della cultura scientifica del
Settecento. Si tratta del globo Vincenzo Corelli. Nel 2000, concluse le
ricerche, Nicolangelo propone al Comune di Faenza il restauro gratuito
del “globo celeste” (il valore è pari a 25mila euro), che termina nel
2007 riconsegnandolo alla Biblioteca comunale e a tutti noi. Un bel
regalo da parte del “Faentino lontano” 2016.
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