La Ruota dell'Acqua e la Fontana di Porta Montanara

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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La Ruota dell’Acqua e la Fontana di Porta Montanara

di Miro Gamberini e Stefano Saviotti

La Ruota dell’acqua viene menzionata per la prima volta nel 1592, quando il Comune la concesse vita natural durante al fabbro Lorenzo Foschini (Instrumenta, vol. IV, c. 152); alla sua morte, nel 1599, l’edificio tornò alla Comunità. Nel 1603 l’edificio minacciava rovina, e si pensò di installarvi la gualchiera (era questo un macchinario di epoca preindustriale, usato per lo più nella manifattura laniera, ma anche nell’industria della carta). Nel 1604 era però ancora in completa rovina. Secondo il Borsieri, nel 1678 tornò in possesso della Comunità. Un atto municipale del 27 maggio 1772 ci informa riguardo “Francesco Maria Bertoni cittadino e pubblico mercante il quale prende in affitto per trent’anni l’edificio «denominato Ruota dell’Acqua» situato fuori di q.[uesta] Porta Montanara… sulla pubblica Canaletta…ad uso di arrotare armi e macinar Galla (2) e concimi per li Gallegari e col diritto di erigere altre macchine idrauliche… e con l’obbligo di aumentare la fabbrica della casupola”. Nel 1797 Giuseppe Pistocchi presentò un proprio progetto per ricostruire e potenziale l’impianto, ma non se ne fece nulla. Nel primo Ottocento l’edificio fu tuttavia ristrutturato ed abbellito con finte arcate in stile neoclassico, vista la sua posizione molto visibile appena fuori porta. Nel 1850 fu riconvertito in un laboratorio per la macinazione di scorze e vallonea, da utilizzare nella concia delle pelli. Nel 1885 la Ruota venne acquistata dalla ditta Alberto Morini, che la trasformò in una minuscola pila del riso. Con l’arrivo di tecnologie più moderne il piccolo laboratorio cadde in disuso, e funzionò solo la piccola fontanella inserita nella nicchia verso via Batticuccolo. L’Amministrazione Comunale, in seguito all’avvenuta copertura della Canaletta di via Batticuccolo, e riconosciuta la necessità di sistemare l’incrocio della via Brisighellese con la provinciale per Modigliana, il 29 maggio 1933 deliberò di abbattere la “Ruota dell’acqua” in quanto l’edificio era vecchio, obsoleto e rappresentava un intralcio alla viabilità. Nel 1936, dopo aver sistemato l’area si decise di impiantarvi una fontanella pubblica in travertino, più decorosa di quella già esistente, con una spesa stimata di 7000 lire. L’Unione Marmisti di Faenza eseguì il lavoro su progetto dell’Arch. Ennio Golfieri terminandolo il 10 giugno 1936, dopo trentacinque giorni e senza oltrepassare l’importo stabilito. La nuova fontana, tuttora attiva, fu dedicata al musicista Antonio Cicognani (1857-1934) insigne compositore di musica sacra.

Nota
1) L’inchiostro di Galla o ferrogallico è un  inchiostro nero, generalmente a base acquosa, il nome deriva da uno dei componenti utilizzati per la composizione e cioè la galla, è un’escrescenza ricca di tannini che si sviluppa su alcuni alberi a seguito della puntura di un insetto parassita, che poi ne ricava il proprio nido (la noce di galla della quercia, ad esempio). Questo inchiostro penetra profondamente nelle fibre della carta, risultando praticamente indelebile. La galla deve essere decorticata e polverizzata con un pestello per renderla utilizzabile.



La Ruota dell'Acqua, ove si vede in primo piano la nicchia nella quale trovava posto la fontanella pubblica. Dal 1802 il fabbrticato veniva affitato ogni tre anni a vari imprenditori perchè vi esercitassero "l'arrotatura di ferramenta e macinatura di Galla e semi di lino" (1).


La Fontana di Porta Montanara oggi

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