Porta Candiana

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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Porta Candiana


di Stefano Saviotti

da: 2001 Romagna, n° 141, dicembre 2013


Era una porta secondaria, situata sulle mura del Borgo lungo la sponda del fiume verso la pianura, e dava accesso alla strada che correva lungo la riva destra del Lamone. Porta Candiana esisteva ancora prima della costruzione delle mura Manfrediane: nella “Descriptio Romandiole” del 1371 viene infatti riportato che era custodita da un capitano con due militi. Probabilmente aveva un aspetto simile alle altre Porte, come testimonia la mappa Rondinini del 1630. Tale mappa mostra la Porta in rovina, in seguito all’abbandono della cinta muraria del Borgo dopo alcuni crolli mai riparati, tuttavia tempo dopo essa fu ricostruita. Borsieri scrive che il 6 agosto 1682 fu completata “una nuova porta sulla strada per il mercato delle bestie del Borgo”; era questa probabilmente proprio Porta Candiana, in quanto due anni dopo il capomastro Giovanni Mattioli assunse il lavoro di costruzione di una fognatura per scolare le acque della strada maestra del Borgo verso il mercato suddetto a valle del Ponte, cioè in direzione della Porta. Essa era composta da un semplice arco in mattoni, affiancato ai lati da due lesene e sormontato da un cornicione in cotto con alcune modanature, come dimostrano alcuni disegni ottocenteschi di Romolo Liverani. Non vi era né custode né Gabellina, tuttavia la si poteva chiudere con un portone a due battenti, di cui restano due gangheri infissi nel pilastro superstite. Una riunione della Congregazione del Buon Governo in data 4 gennaio 1715, in cui si parla di un muro diroccato presso Porta Candiana, dimostra che la riedificazione era già avvenuta; il Cabreo dei Cento Pacifici del 1722 però ne fornisce la prova certa. Nel 1819 il capomastro Ignazio Foschini compì alcuni restauri, riparando i muri laterali e rimettendo diversi coppi di copertura per una spesa di 3,50 scudi. In seguito il cornicione cadde in rovina, e fu ridotto in altezza lasciando solo la prima fascia di mattoni a libretto. Nel 1886, a fianco della Porta sorse un essiccatoio per le pelli alto quattro piani, che andò distrutto durante la guerra. I bombardamenti risparmiarono la Porta, che però fu demolita abusivamente nei primi mesi del 1945. Dopo il passaggio del fronte, via Candiana fu incorporata nell’area del mulino Valdamone, ed in sua vece a metà anni Cinquanta fu tracciata via Cicognani per restituire agli abitanti della zona un comodo accesso al Borgo. Ora, l’ultimo tratto di via Candiana è ancora visibile entro la proprietà Valdamone, ed un vecchio fabbricato incorpora ancora il pilastro destro dell’antica Porta ed un breve tratto delle mura adiacenti.



Porta Candiana (detta popolarmente in Borgo "la Purtàza"). Disegno di R. Liverani. Si vedono, sul fondo, le due torri del Ponte Medievale




1934. Esterno di Porta Candiana. Sulla sinistra la casetta un tempo posseduta dai Cento Pacifici (Fototeca Manfrediana D.L.F.)

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