Porta Torretta

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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Porta Torretta


di Stefano Saviotti


da: 2001 Romagna, n° 141, dicembre 2013


Era situata in Borgo, una trentina di metri prima dello sbocco dell’omonima strada su via Pellico; non faceva però parte delle porte originarie della cinta manfrediana, ma fu costruita in seguito. Al suo posto esisteva inizialmente una torretta, posta come caposaldo difensivo delle mura meridionali del Borgo. In base alla pianta di Faenza disegnata da J. Bleau nel 1633, (vedi copertina dell’inserto) riportante le distanze fra i torresini, si desume che la Torretta fosse collocata dov’è ora il cortile del gommista in fondo alla strada. A parte la raffigurazione di fantasia nella suddetta mappa, non esistono descrizioni di come fosse strutturata: è ipotizzabile però che fosse a pianta quadrangolare ed abbastanza alta. Una volta cessato l’uso difensivo, la Torretta fu ceduta in affitto, ma col tempo il fiume mutò il suo corso, iniziando a minacciare l’edificio. Il 22 giugno 1640 la fortificazione crollò improvvisamente, scalzata dalla corrente dal fiume; fortunatamente, da molti mesi il fabbricato era sfitto. L’11 luglio il Comune vendette al capomastro Matteo Orselli i materiali di risulta, per l’importo di 85 lire. Per una ventina d’anni ancora furono affittati tre gelsi, posti sul terreno adiacente alla Torretta crollata. A partire dal 1701, i Cento Pacifici affittarono a privati l’area posta fra l’Orto Toni e la strada sotto le mura (via Pellico), in altre parole il tratto di fossato più vicino al fiume, che prese il nome di Terra della Torretta.
La prima notizia certa sulla nuova Porta è del 1722, essendo questa disegnata nel Cabreo redatto da Carlo Cesare Scaletti. Porta Torretta era un semplice arco d’ingresso in Borgo, e non aveva funzione di barriera daziaria, non essendovi né custode né Gabellina. Nei disegni di Romolo Liverani essa appare come un arco a tutto sesto, affiancato da due lesene e sormontato da semplici cornici lineari. L’unico restauro di cui si abbia notizia risale al 1819, ad opera del capomastro Luigi Toni, per la spesa di sei scudi; dalla perizia si rileva che la Porta aveva una larghezza complessiva di sette metri, con muro spesso un metro. Nel corso dell’Ottocento la Porta rimase incorporata nel tessuto urbano, divenendo un’incomoda strettoia a metà della via, senza più alcuna funzione, e fu infine demolita nel 1898 su richiesta dei vicini. I bombardamenti del 1944 spazzarono via tutte le case della strada, che poi fu rettificata ed allargata, tanto che oggi più nulla indica la posizione della Porta.




Porta Torretta, che s’intravvede, stretta tra le case dell’omonima via, vista da fuori le mura. Sulla destra il campanile della chiesa della Compagnia (SS. Annunziata), e il campanile e la parte superiore della chiesa di Sant’Antonino. Anche campanile di S.Antonino fu fatto saltare dai tedeschi nel 1944. Disegno di R. Liverani.




Un’altra nitida visione di Porta Torretta e del Ponte delle Due Torri. In fondo i campanili di S. Francesco e di S. Ippolito . Disegno di R. Liverani.



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