1779 Costruzione di palazzo Giangrandi (via Giangrandi 2) La Croce di S. Ippolito
di Stefano Saviotti
Unico intervento di rilievo di quell’anno nell'edilizia civile fu la
costruzione di palazzo Giangrandi, all'angolo tra la via omonima e via
S. Ippolito. Proprio in quell'angolo è collocata una colonna in pietra,
la cui storia risale a molto tempo addietro e che era detta la Croce di
S. Ippolito. In origine essa sorgeva in mezzo a via Giangrandi, di
fronte al portone della casa già citata. Secondo lo storico G.
CesareTonduzzi (Historie diFaenza, pag. 111), la colonna fu eretta dai
Faentini in memoria di Costantino, primo Imperatore cristiano, e
portava incisa la famosa frase In hoc signo vinces; alla base si
trovava invece l'iscrizione:
IMP. CAESARI FLAVIO VALERIO COSTANTINO MAXIMO
IN CRUCIS SIGNO VICTORI
La Croce pare fosse protetta da un'edicola sorretta da quattro colonne,
e quindi l'insieme aveva un certo ingombro. Per molto tempo essa rimase
isolata, ai margini della città, lungo la strada esterna di
circonvallazione (oggi via S. Ippolito) e di fronte alla porta di
servizio delle mura. Quando si decise di unire via Sarti con il ponte
delle Torri, una nuova strada fu tracciata aggirando il monumento su
entrambi i lati, e per questo via Giangrandi si presenta ancora oggi
molto più larga dalla parte verso via S. Ippolito, mentre si stringe
andando verso il fiume. Con la costruzione delle mura manfrediane nel
XV secolo, il tratto terminale della strada fu interrotto dal
terrapieno e deviato parallelamente ad esso, creando via
dell'Anconetano. Ma ritorniamo alla storia della Croce di S. Ippolito: nel 1613
l'antichissimo monumento minacciava di crollare, ed il Vescovo chiese
al Comune di provvedere. Gli Anziani incaricarono Andrea Monaldini di
curarne la ricostruzione, che fu sollecitamente eseguita. Parte
dell'antica iscrizione fu murata nel basamento nuovo, aggiungendovi la
seguente scritta:
FRAGMENTVM COLVMNAE OLIM ERECTAE
ANNO MDCXIII VETVSTATE COLLAPSAE
ANTIANI SERVARI ET ALIAM COLLOCARI
MANDARVNT
Ex
S.C.
Nella Mappa di Faenza di Virgilio Rondinini (1630) la nuova Croce
appare scoperta, ma posta sopra un piccolo piedistallo e protetta da
alcuni fittoni; il disegno purtroppo e molto piccolo e poco chiaro.

Particolare della Mappa di Virgilio Rondinini del
1630. Il quadrato rosso evidenzia la colonna di San Ippolito, situata
nel mezzo della Piazza Giangrandi.
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Si arriva quindi al 1779, quando Andrea Giangrandi chiese una piccola
occupazione di suolo pubblico, per tracciare la facciata in linea
retta. Mediante Decreto degli Anziani (sorta di Delibera di Giunta) del
23 febbraio seguente. Giangrandi ebbe la concessione e poté così
cominciare i lavori di costruzione della sua nuova casa, la cui
facciata si e mantenuta sostanzialmente intatta fino ai giorni nostri.
Ma la storia non finisce qui: siccome la Croce di S. Ippolito si
trovava proprio davanti al suo portone, Giangrandi aveva dei problemi a
farvi entrare i veicoli. Per questo, nel 1782 chiese di poter spostare
il monumento nell'angolo del palazzo, così da rimuovere il problema
senza distruggere l'antica memoria (Jurium Diversorum, c. 156). |
Ecco il
testo della domanda:
"Andrea Giangrandi della Parrocchia di S. Ippolito di questa Città di
Faenza Umilissimo Servo, ed Oratore delle VV. Sig.e Ill.me con turto
l'ossequio le rappresenta ritrovarsi quasi in mezzo alla Strada Publica
in faccia alla di lui Casa la Croce detta di S. Ippolito, la quale
serve di impedimento all'ingresso in detta sua Casa degli Ordegni, però
supplica la somma bontà delle Sig.e VV. Ill.me a volersi degnar di
accordargli il permesso di poter trasportare detta Croce al cantone di
detta di lui casa, e cosi senza perdere l'antico Monumento, rendere
libera, e più amena la Strada suddetta, e concorrendovi in ciò anche il
consenso degli infrascritti Sig.i Possidenti conterminati a detta
Strada, ove presentemente esiste la detta Croce; Che della grazia."
Seguono le firme di altri sette vicini. Nella riunione degli Anziani
del 20 novembre 1782 fu concesso il permesso di trasportare la Croce
nell'angolo di casa Giangrandi, purché fosse tutto a spese del
richiedente e si occupasse meno suolo pubblico possibile (Decretorum,
IV, c. 277). La colonna che ora si vede murata nell'angolo, seppure
priva del basamento che prima conteneva l'iscrizione con la data,
conserva ancora il monogramma costantiniano in ferro.

Palazzo Giangrandi e la colonna di San Ippolito.
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La colonna di San Ippolito.
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Alcune notizie storiche sulla famiglia Giangrandi
tratte dal libro di Giuseppe Beltrani: "Note allo stradario della città di Faenza".
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Piazza Giangrandi, prende nome dalla famiglia che vi ebbe casa ed era
oriunda di Parma. Da ricordare, un Francesco, che nel 1503 è incaricato
di recitare l'orazione di benvenuto a Pietro Marcello, primo
Provveditore della Repubblica Veneta in Faenza; un Pietro, "precettore
di grammatica" nel '600, un sacerdote Giovanni, lettore di filosofia
nel Seminario, morto in odore di santità nel 1741. E poi, un Giovanni
che nel 1796 fa parte della legazione inviata a Bologna ad ossequiare
il Buonaparte, un Paolo ed un Carlo, carbonari.
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