The englishman from Faenza - Dario Resta (1882 - 1924)
"... the greatest race man in the world".
("...il più grande corridore del mondo")
The British at Indianapolis, Ian Wagstaff, London, 2010
Il 25 aprile su Faceboock è stato postato in "Sei
di Faenza se..." un'articolo di Luigi Rivola, sulla vita sportiva di Dario
Resta, pilota di macchine da corsa. Questa notizia ha dato lo spunta per
approfondirne la ricerca, e come scrive Luigi Rivola, togliere dall'oblio questo
"faentino dimenticato". Nato a Faenza nel 1882, scrive Rivola, vinse
nel 1915 il primo campionato USA di automobilismo e nel 1916 la 500 Miglia di
Indianapolis guidando una Peugeot ufficiale. Ritornato alle corse dopo una lunga
assenza morì a Brooklands, l'autodromo di Londra, nel 1924 tentando il record
mondiale sulla distanza di 50 km alla guida di una Sundeam ufficiale. La fibbia
metallica della cintura di sicurezza si ruppe e andò a tagliare un pneumatico
posteriore facendogli perdere il controllo dell'auto che in quel momento stava
filando a circa 200 km/h sulla sopraelevata. Nel 1917 fondò un autodromo a
Buttonwillow (45 km da Los Angeles) che è ancora in attività.
Delle sue imprese recentemente ha scritto un articolo
Rémi Paolozzi nel 2006, "Il primo re
d'America",
il titolo emblematico è riferito alle numerose vittorie ottenute negli
Stati Uniti. Mentre Ian Wagstaff nel volume, pubblicato nel 2010, "The
British at Indianapolis" gli dedica un'intero capitolo dal titolo "The
Englishman from Livorno - Dario Resta", con sottotitolo "...the
greatest race man in the world"
(...il più grande corridore del mondo) sbagliando però la città di
nascita confondendola con quella della mamma Adelaide Niccodemi di
Livorno, e attribuendogli la cittadinanza inglese.
Il merito però di aver fatto conoscere Dario Resta ai
faentini lo si deve all’articolo di Angelo Emiliani che il 1 gennaio 2007 nel
settimanale “Sette Sere” pubblica la notizia: Dario Resta: era faentino il
pilota “re della velocità”, ecco la trascrizione, con qualche correzione
apportata alla sua biografia dovuta alle recenti scoperte. (m.g.)
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Dario Resta: era faentino il
pilota “re della velocità”
di Angelo Emiliani
Nato in via Fadina nel 1882, si affermò come autentico campione del
volante. Per i giornali americani era The King of the speed, il
«Re della
velocità», ma non sapevano neppure dov'era nato. Quando morì lo
definirono
genericamente «di origini italiane, nato a Livorno nei pressi di
Milano». Qualche testata aggiunse alla scarsa dimestichezza con la geografia anche uno
svarione circa la data di nascita. Eppure nei primi decenni del secolo scorso
era un idolo per folle sterminate di appassionati, un pioniere negli anni in
cui, fra nuvole di polvere e vapori di benzina, alla guida di bolidi
pesantissimi e pressoché senza freni, uomini coraggiosi scrivevano le prime
pagine della grande storia dell'automobilismo.
Nella
rete informatica lo
ricordano decine e decine di pagine, persino in lingue sconosciute, ma
la sua
origine resta un mistero. Che siamo in grado di svelare, prove alla
mano: Dario
Raul Resta era faentino, nato il 19 agosto 1882 (nell'atto di nascita è
dichiarato invece il 17 agosto) al numero 175 di via
Fadina (ora n° 18),
figlio di Federico, un negoziante di 24 anni (esercitava il lavoro di fotografo), e di Adelaide Niccodemi
(nata a Livorno, di anni 32). Lo attestano
senza ombra di dubbio i libroni dell'Anagrafe comunale. Per la verità a
Faenza restò poco più di due anni: nel 1884 i suoi fecero le
valige e andarono in Inghilterra, dove Dario compì i primi studi e si
appassionò di meccanica, tanto da diventare ancor giovane un autentico
esperto.(Tra il 1912 e il 1914 gestisce un negozio di automobili al n°
27 di Haymarket a Londra). Da qui al posto di guida di un'automobile il
passo dovette essere
breve. Al
volante di macchine potenti quanto pericolose, si affermò – per dirla
ancora
negli stessi termini usati dai cronisti sportivi dell'epoca – per
audacia e
sangue freddo, passando di vittoria in vittoria.
(Dario inizia a correre nel
1907, all'età di 25 anni, in un momento in cui la storia delle corse
automobilistiche sono all'inizio. Il 6 luglio 1907, prende parte alla Coppa
Montagu, la prima gara sul leggendario circuito di Brooklands. Dario vi
partecipa con una Fry Mercedes GP. Passa in vantaggio a due giri dalla bandiera
a scacchi. Ma nell'ultimo, degli undici giri, non vede il segnale di passare in
dirittura d'arrivo. Di conseguenza egli continuò a guidare sul circuito
esterno. A causa di questo errore finisce solo terzo, mentre Hutton (Mercedes)
vince la gara davanti al principe giapponese Okura su Fiat).
La prima della lunga serie di vittorie fu nel 1907
a Brookland, sul circuito che in seguito egli stesso,
ignaro del proprio destino, definirà «il più sicuro». L'anno dopo si affermò
nel Gran Premio di Francia. Conquistato il record sul mezzo miglio lanciato
alla fantastica velocità per quei tempi - di 95,7 miglia orarie (circa 154 km/h), fu ingaggiato da Alphonse
Kaufman per correre sulla Peugeot nel 1915.
In febbraio vinse il Gran premio degli Stati Uniti a San
Francisco, poi la mitica Coppa Vanderbilt. Sulla pista di Indianapolis, nella
massacrante 500 Miglia,
finì alle spalle di un altro pilota italo-americano, Ralph De Palma,
dopo un
entusiasmante testa a testa protrattosi per centinaia di chilometri
davanti a
75mila spettatori. Fu un guai meccanico a decidere l'esito della gara.
(Aveva effettuato un cambio extra non consentito di gomme).
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Luglio
1912, Dario Resta, partecipa alla terza ACF Grand Prix. Questa
gara, una sorta di campionato del mondo della sua epoca, ha avuto luogo
a Dieppe. Dario Resta, al volante di una Austin, (n° 17 nella foto)
arriva 19°, a quattro minuti da Austin Moore Brabazon e a due ore dal
vincitore, Christian Lautenschlager su Mercedes.
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september 1916 - Astor Cup, Sheepshead Bay, Brooklin. Dario Resta
alla guida della Peugeot 4/5 litri Il suo meccanico Bob Dahnke cambia
il pneumatico posteriore. (Biblioteca del Congresso degli Stati
Uniti). |
Poi
a Chicago, dove la Peugeot blu del pilota faentino sfrecciò per prima
sotto il traguardo il 26 giugno a conclusione delle 500 Miglia
inaugurali della «Chicago Speedway». In quell'occasione il diffusissimo
Motor Age Magazine gli dedicò ben 18 pagine. Negli anni seguenti Dario
Resta primeggiò nel Campionato piloti degli Stati Uniti, concesse il
bis nella Vanderbilt Cup, vinse a Indianapolis, ancora a Chicago, a
Minneapolis e a Omaha. Poi
la sua partecipazione alle maggiori competizioni subì un rallentamento
(nel 1921 risulta sposato con Maria Wishart sorella del corridore
Spencer, deceduto in un incidente automobilistico nel 1916,
con residenza a New York City), ma nel 1923 era di nuovo in lizza
a Indianapolis. Senza fortuna: fu
costretto al ritiro dopo aver percorso 225 miglia. In Europa finì al
terzo posto nel Penya Rhin Gran Prix, poi vinse il Gran Premio di
Spagna nella categoria «vetturette» (con cilindrata fino a 1.500 cmc,
mentre per la categoria superiore la stessa poteva arrivare a 3.000
cmc. con un peso dell'automobile che non inferiore agli otto quintali).
L'anno seguente, quel 1924 che gli sarà fatale, correva per la Sumbeam
assieme a Henry Seegrave e K. Lee Guinness.
Il
3 settembre era a Brookland, in Inghilterra, con la sua macchina. Ad
amici ed estimatori che lo avvicinarono confidò che il suo obiettivo
era la conquista di alcuni record di velocità per concludere con il più
prestigioso, quello sui 50 km. Sceso subito sul circuito, stabilì il
nuovo limite mondiale sul mezzo miglio lanciato, poi si tuffò nella
prova più impegnativa. Erano le 11 del mattino, la pista era sgombra e
pochi spettatori assistevano al suo tentativo.
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Dario Resta
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Dario Resta alla Vanderbilt Cup del 1916
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