FRA SABBA, MA CHI E COSTUI?
Santa Cortesi
Nacque a Milano da Giovanni della nobile famiglia Castiglione al cui
ramo mantovano appartenne il più noto Baldassare (1478-1529), autore de
il Cortegiano, il 5 dicembre, festa di S. Sabba abate, con tutta
probabilità nel 1480. Il padre Giovanni era Patrizio e Senatore
milanese, la madre Livia Alberici, dama pavese. Intraprese a Pavia
studi di diritto che non concluse, mentre coltivò l'amore per la
cultura umanistica e per l'arte. Il 5 agosto 1505 entrò nell'Ordine dei
Cavalieri Gerosolimitani di San Giovanni Battista, vestendo l'abito a
Rodi, avamposto dell'Ordine contro la pressione turca, e vi rimase sino
al 1508, entusiasta estimatore e ricercatore di reperti archeologici
che inviò a Isabella d'Este, duchessa di Mantova, sposa di Francesco
Gonzaga. Gli impegni militari e la conseguente impossibilità di
dedicarsi agli amati studi lo indussero a cercare una diversa
collocazione e ottenne di trasferirsi a Roma presso il Procuratore
Generale dell'Ordine Fabrizio Del Carretto, e per i successivi sette
anni sperimentò la complessità della vita della corte-curia romana e
dei rapporti diplomatici.
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1) Frontespizio dei Ricordi terza edizione, 1555, Paolo Gerardo, Venezia.
Ritratto di Fra Sabba da Casriglione che scrive con la sinistra e
l'espressione Dirige, Domine, sinistram meam in laudem tuam
(Guida, Signore, la mia sinistra a lodarti).
2) Faenza, Borgo Durbecco, Chiesa della Commenda.
Francesco Menzocchi, affresco monocromo,
memoria funebre di fra Sabba, 1545-46,
particolare: Fra Sabba da Castiglione inginocchiato in preghiera,
in veste di religioso, con la collana dei paternostri in mano.
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3) Londra, British Museum, Giovanni Bernardi da Castel
Bolognese (attribuzione): sardonica ovale incisa con ritratto di Fra
Sabba da Casttglione, concepito come profilo
all'antica con testa e
collo dell'effigiato e intorno la scritta SABBAS CAST. usato corne
sigillo incastonato in un anello. Ingrandimento rispetto alle misure
reali di cm 2,1 x1,7. |
4) Castiglione Olona, Palazzo Branda Castiglioni,
autore ignoto di scuola Ìombarda, XVIII sec.
Fra Sabba da Castìglione in preghiera davanti al Crocifisso,
olio sa tela, cm 170x/20.
Riratto di fra Sabba, evidentemente desunto da quello
dell'affresco absidale della Commenda di Faenza.
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L'8 gennaio 1515 venne chiamato alla Commenda nel Borgo Durbecco di
Faenza, per scelta e volontà del confratello e amico Giulio de' Medici,
eletto cardinale, che diverrà papa Clemente VII. Prima di stabilirvisi
sarebbe tornato a Rodi, chiamato da Del Carretto, a partecipare alla
difesa dell'isola dall'espansionismo turco in ripresa.
Al ritorno
in Italia, fra Sabba si stabilì alla Commenda, tra la fine del 1518 e
la metà del 1519, e lì visse per oltre 35 anni sino alla morte avvenuta
il 16 marzo 1554. Dieci anni prima, gravemente malato, aveva rinunciato
alla Commenda affidandola al pronipote Bartolomeo Righi da Castiglione,
anch'egli cavaliere gerosolimitano.
Grazie al miglioramento delle
condizioni di salute si era potuto dedicare alla composizione della sua
opera maggiore Ricordi, ovvero Ammaestramenti.
Alla Commenda fra Sabba
dedicò un vero programma di vita, espressione della sua personalità,
della sua cultura, della sua fede religiosa.
Fece restaurare la chiesa, ripristinare e completare il chiostro,
chiudere le monofore dell’abside poi affrescata nel 1533 da Gerolamo da
Treviso il Giovane, circa dodici anni dopo incaricò il forlivese
Francesco Menzocchi di eseguire l'affresco monocromo intorno alla
pietra di arenaria predisposta per il proprio sepolcro, fece erigere un
ospizio per i pellegrini, istituì una scuola per bambini poveri, fondò
una biblioteca che pose a servizio della scuola, e per cui seguì le
norme delle maggiori biblioteche del tempo, raccolse nel suo studio un
complesso artistico di pregio, anch'esso legato alla biblioteca.
Convinto assertore dell'ortodossia cattolica, combattè l'eresia
luterana ed espresse una religiosità ferma, austera, che condannava
corruzione, fasto e superstizione. Delle sue opere letterarie restano
lettere, una quindicina di epigrafi, i due testamenti, una Epistola consolatoria a
Camilla Scarampa nella morte del marito scritta nel 1517 e pubblicata
nel 1529, un’egloga rappresentativa in ottave ottave Il lamento pietoso
del disgratiato Clonico pastore contra l'amore et di Delia crudele da
lui sommamente amata o la Barona edita il 24 gennaio 1529, e l'opera
maggiore Ricordi ovvero Ammaestramenti. Fu uno del libri più letti nel
secondo '500 in età conciliare e postconciliare; ebbe infatti in 67
anni fra il 1546 e il 1613 ben 25 edizioni, poi non venne più
ristampata sino al 1999, anno della prima edizione moderna voluta dagli
Amici della Commenda che concorre quindi a restituire a fra Sabba
un'attenzione dovuta, chiesta anche da Benedetto Croce. Dai 72
capitoletti della prima edizione ai 124 della seconda ai 133 della
terza, di cui non pochi sono consistenti trattatelli, i Ricordi
costituiscono un vero testamento religioso, morale, pedagogico,
sostanziato di umana saggezza,di cultura umanistica, di spirito
cristiano.
Si configurano dunque come una proposta di riforma religiosa oltre che
un arginamento dell'eresia luterana, propongono una visione e una
lettura drammatica della storia passata e contemporanea in una
prospettiva escatologica e assumono rilevanza e significatività come
interessantissimo documento culturale e di costume.
Di vivo interesse
perché la coscienza, i tratti umani, la fede di fra Sabba si iscrivono
in un orizzonte biografico e storico drammatico, dalla morte di Lorenzo
il Magnifico, dalla discesa dei Francesi in Italia, al crollo della
Milano sforzesca, alla riforma protestante, al concilio di Trento, alle
lacerazioni religiose nell'Inghilterra di Enrico VIII, in Oriente, alla
Riforma e Controriforma cattolica, a Carlo V e alla restaurazione
dell'impero universale, alla minaccia turca, alle fughe dei riformatori
italiani dopo l'istituzione del Sant'Uffizio...
In lingua italiana e 'massimamente lombarda' Sabba correda i Ricordi di
molteplici fonti bibliche, greche, latine e in volgare, entro un
discorso che ricorre ai moduli della predica e della scuola, ma si
struttura su di un procedimento argomentativo vivace e colorito, capace
di ironia, umorismo, parodia, attraverso cui trapela anche un ritratto
dell'autore che si definisce solitario collerico e melanconico.
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5) Faenza, Borgo Durbecco, Chiesa della Commenda. Girolamo da Treviso il Giovane, affresco absidale, 1533, particolare: Fra Sabba da Castiglione inginocchiato in preghiera, in divisa
dell'Ordine dei cavalieri giovanniti, con bracciali, stocco,
ginocchiere, elmo con cimiero, catena d'oro e anello, rivolto alla
Vergine col Bambino e S. Giovannino.
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1) Frontespizio della terza edizione dei Ricordi (1554) esemplare della Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza che reca stampato nell'ultimo foglio "in Vinegia per Paulo Gerardo 1554",
mentre reca la data 1555. Vi compare per la prima volta il ritratto
dell'autore che scrive, siccome era mancino, con la sinistra,
l'espressione riecheggiante un versetto di salmo Dirige, Domine, sinistram meam in laudem tuam (Guida, Signore, la mia sinistra a lodarti). Pasolini Zanelli (pag. 81 Un cavaliere di Rodi ed un pittore, Treviso 1893) cosi scrive ...quando
si osservi un ritratto di lui posto in fronte a un'edizione veneziana
dei suoi Ricordi, dove si vede come egli tenga tanto la penna quanta
una canula, con cui tien fermo il foglio, così nell'una come nell'altra
mano, prova dell'alterno uso che faceva scrivendo della destra e della
sinistra. Pasolini Zanelli menziona ibidem
un ritratto agli altri posteriore nella sede dell'Ordine a Venezia
spedficando (n.4 pag. 81) che questo ritratto appartiene a una ricca
collezione di molti cavalieri dell'ordine. Non se ne conosce traccia.
2) Faenza, chiesa della Commenda, Francesco Menzocchi, memoria funebre
per fra Sabba,1545 circa, particolare. Fra Sabba inginocchiato in
preghiera con la con la collana dei paternostri in mano, in veste di
religioso.
3) Londra British Museum, Giovanni Bernardi da Castel Bolognese
(1496-1553). Gemma incisa in sardonica con ritratto di fra Sabba,
riscoperto nel 1998 da Dora Thornton, concepito come un profilo
all'antica che mostra testa e collo nudo dell'effigiato. Accompagnato
da una scritta in controparte, serviva come sigillo. L'amicizia tra
Sabba e Bernardi è ben documentata nei Ricordi
ove Sabba descrive I'opera dell'amico nei termini del massimo elogio.
Bernardi morì a Faenza ove aveva preso casa un anno prima di Sabba.
4) Castiglione Olona, Palazzo Branda Castiglioni, autore ignoto di
scuola lombarda XVIII sec. Fra Sabba da Castiglione in preghiera
davanti al Crocifisso, olio su tela, cm 170X120. Siccome il ritratto di
Sabba di Castiglione Olona è evidentemente desunto da quello
dell'affresco absidale nella Commenda di Faenza di Girolamo da Treviso
il Giovane, appaiono opportune alcune note di confronto.
Nell'olio settecentesco fra Sabba in preghiera davanti al Crodfisso
appare in veste di cavaliere con catena d'oro, anello, stocco, elsa di
spada, ginocchiere, elmo con cimiero a volute, mentre più classico è il
cimiero nell'affresco faentino. Ben visibile sul petto la
caratteristica croce di Malta a 8 punte, non presente nell'affresco
della Commenda. In alto a sinistra, sopra lo stemma dei Castiglione, un
leone rampante in campo rosso che si appoggia a un castello, la scritta
Sabba Castiglione cavaliere gerosolimitano e commendatario morì
nell'anno del Signore 1554 il giorno 16 di marzo. II volto del
cavaliere appare meno espressivo e definito rispetto alla complessità
interiore espressa dalla fisiognomica di Girolamo da Treviso, più
curata. Anche il fondo si presenta non ben definito e confuso nella
stria azzurra che ricompare più in alto nella zona di destra della tela
sopra il cimiero e le mani giunte di fra Sabba.
5) Faenza, chiesa della Commenda, Girolamo da Treviso il Giovane,
affresco absidale, 1533, particolare. Fra Sabba inginocchiato in
preghiera rivolto alla Vergine col Bambino e S. Giovannino, in divisa
dell'Ordine, con bracciali, stocco, ginocchiere, elmo con cimiero,
catena d'oro, anello.
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