An’ voi miga andê in piaza cun e’ capël verd!
di Giuliano Bettoli
Il
titolo, naturalmente, vuol dire: “Non voglio mica andare in piazza col cappello
verde!”. Io non l’avevo mai sentito dire, ma me l’ha detto una cara amica: la
Grazia Banzola. Che mi ha telefonato e mi ha chiesto: “Giuliano, tu lo sai
perché si diceva: - Andê in piàza cun e’ capël vérd? - Lo diceva mio nonno”. E
Grazia mi ha detto così che quand’era bambina suo nonno qualche volta gli aveva
raccontato che nel 1927 Mussolini istituì la famosa “Quota Novanta”. “Famosa?”
- mi direte voi - “Mo se non l’abbiamo mai sentita nominare!”. E io, invece, vi
torno a dire sì, “famosa” quella “Quota 90” lì, perché per parecchia gente fu
un disastro, e a molti ci costò la vita! Perché poi si rimescolò con la grande
crisi economica mondiale del 1929. State
poi da sentire. Un bel giorno del 1927, improvvisamente, il cambio della nostra
moneta con la sterlina che sino alla sera prima era di 100 lire, la mattina
dopo era solo di 90. Cioè la nostra moneta fu rivalutata. Be’, ve lo ripeto: fu
una gran bòtta per tanta gente. Specialmente chi aveva dei debiti e dei mutui
si trovò in una mèliga santissima: non aveva più il modo di pagarli.
Non
scherzo mica: perché, dopo, per non parlare dei fallimenti, dalla disperazione
ci fu chi si tolse la vita! Vi voglio solo dire di un bravo parroco della
nostra diocesi (mè, il fatto l’ho saputo solo da grande). In quegli anni,
proprio per la sua generosità, quel prete aveva fatto fare molti lavori per
sistemare le case dei contadini dei poderi della sua parrocchia. Aveva, quindi,
speso un mucchio di soldi che, se l’economia andava avanti del suo passo
normale, lui li avrebbe potuto ricuperare pian piano. Ma arrivò quella santerna
di una bòtta e non poté starci impètto. Poveretto, per evitare un vergognoso
fallimento, gli toccò di piantare lì la sua parrocchia - una delle più
importanti della diocesi - e il Vescovo lo sistemò in una parrocchia di seconda
mano. E sul suo posto montò su un altro prete che, si vede, aveva di suo la
forza finanziaria per accomodare il buco fatto dal suo predecessore. (Aperta la
parentesi: il 1929 fu l’anno di una crisi mondiale terribile. E fu anche l’anno
del famoso “nevóne” che poi, dopo, i nostri genitori e i nostri nonni, quando
dicevano l’Ãn de Vintnôv volevano dire di un anno speciale, sia per la miseria
e sia per la massa di neve che come quella volta non l’avevano mai vista nella
loro vita, né prima e né dopo. Chiusa la parentesi).
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Questa è
una cartolina Ediz. Albonetti. E' del 1920.. Si vede un pezzo di Corso Mazzini
quando ancora il fondo ci ciòttolio. Tutti a piedi. L'unica
"macchina" è una bicicletta. A sinistra c'è l'insegna "Sali e
Tabacchi". Oggi, lì comincia il Palazzo dell'Unicredit: difatti, si vede,
subito dopo il voltone di via Bertolazzi. A Grazia Banzola hanno sempre detto
in casa che l'uomo che si vede sull'entrata del sali e tabacchi è il nonno
materno Alfredo Fabbri ("Domenico"in anagrafe ), di cui parlo nell'articolo.
Grazia mi ha anche detto che il nonno poi prese la patente nel 1935, andò in
Eritrea nel 1936 e per alcuni anni fece l'autista di un grosso italiano all'Asmara.
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E
adesso, torniamo alla frase del nonno della Grazia Banzola. Il suo nonno,
Domenico Fabbri, ma chiamato solo “Alfredo”, che era del 1883, gli raccontò che
quando arrivò la bòtta della “Quota 90” (o “Quota Mussolini”), piuttosto che
subìre la vergogna del fallimento, ebbe più a cara di vendere i suoi beni. Era
padrone di vari locali. Pensate che dispiacere: disfarsi della sua roba, e
senza sua colpa. Ma - mi ripete la Grazia – il nonno diceva: Sè, u m tuchèt ed
vèndar gnicôsa! A n’avléva miga fêm d’avdé in piàza cun e’ capël vérd! “Cosa
voleva dire mio nonno – mi chiede la Grazia - quando diceva che non voleva
passare la vergogna di farsi vedere col cappello verde in piazza? L’hai mai
sentito dire tu, Giuliano?”. A lei e a voi, vi dico di no. Sì, lo so, quando
uno non ha un baiòcco che s’inzucchi in quell’altro si dice che “è al verde”. Che
poi “essere o trovarsi al verde” i vocabolari lo spiegano dicendo che viene
dall’uso di dipingere di verde il fondo delle candele che si accendevano nelle
aste e che quando la fiamma arrivava al segno verde l’asta si chiudeva. Però di
“cappello verde” nei vocabolari non se ne parla. E neanche nei vocabolari
romagnoli. A parte in quello di Quondamatteo di Rimini che, nel suo
vocabolario, dice che i l’à vsti d’verd vuol dire “essere fallito”. L’ho
chiesto in giro. Solo mio fratello Giorgio mi ha detto così che l’aveva sentito
dire “U i tòca d’andêr in piàza cun e’ capël vérd” di uno che era fallito.
Quando l’aveva sentito? Forse,quando
lui faceva l’apprendista sarto da Giovanni Turchetti o da Giulio Melandri. Più
di sessant’anni fa, quindi.
Ma
ecco che, come al solito, mi è venuto in aiuto il mio braccio destro alias Miro
Gamberini. Miro ha scoperto che sì, si diceva di un fallito, “andare in piazza
col cappello verde”: altroché se si diceva! E mi ha detto che a Roma, e quindi
anche nello Stato Pontificio, i falliti erano obbligati a portare un berretto
verde in testa perché così chiunque avesse intenzione di fare degli affari con
loro, sapesse sùbito con chi aveva a che fare. Quest’usanza l’aveva messa su
prima papa Paolo IV, ma la botta grossa gliel’aveva data il suo successore, Pio
IV, col suo motu proprio del 27 ottobre 1561 (che poi il motu proprio è una
legge fatta direttamente dal Papa, senza chiedere l’approvazione di nessun
altro).
In
quel motu proprio lì, dopo aver spiegato lo scopo perché lo fa, Pio IV dice:
“... stabiliamo che i falliti ora e sempre siano tenuti a portare un berretto
verde”, e aggiunge che se il fallito era sorpreso per strada senza il berretto
verde, veniva condannato “alla fustigazione in città per la prima volta, e al
remo per la seconda”. Aria, la mia gente! Prendere una bella fila di frustate
in piazza? O, ancora peggio, essere messo a remare in una nave (e frustate
anche lì sul codróne!): òsta che era meglio che i falliti portassero il
berretto verde quand’andavano in giro! Cosa dite? Che se ci fosse ancora questa
legge se ne vedrebbero una massa di cappelli verdi in piazza? Ohi, se lo dite
voi che siete pratici di fallimenti...
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