Celebrazioni per il 70° Anniversario della Liberazione |
"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici. |
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Celebrazioni per il 70° Anniversario della Liberazione
di Roberto Marocci Alle ore 9,00 di questa mattina, in Piazza Lanzoni, sono state scoperte cinque lastre in ceramica, poste in uno dei primissimi edifici costruiti dopo le distruzioni belliche. Nella prima targa si è voluto rendere onore alle varie Nazioni ed Etnie che contribuirono a formare le truppe alleate liberatrici. Nelle altre targhe sono illustrati i momenti dell’arrivo in Faenza dei soldati alleati, in particolare dei Neozelandesi. Alla cerimonia erano presenti le Autorità cittadine, un Picchetto d’Onore e una folta delegazione di Neozelandesi Maori. Fra di loro molti giovani, alcuni parenti di reduci e soldati che qui combatterono e caddero nel 1944, ma soprattutto era presente il reduce ottantasettenne Nolan Raihaini, che per la seconda volta dalla fine della guerra, è voluto tornare a Faenza.
Egli fece parte della 2° Divisione
Neozelandese, 28° Battaglione Maori, insieme a tanti altri che qui morirono e
qui sono sepolti. Durante la cerimonia, Nolan ha ricordato con grande lucidità
alcuni episodi accaduti in quei giorni del 1944. Ho ringraziato Mister Nolan
per quello che lui e i suoi compagni fecero per la nostra libertà. Lui mi ha
concesso una fotografia insieme.
Terminata questa prima fase della mattinata, il programma prevedeva un
incontro al Cinema Teatro Sarti, durante il quale è stato proiettato sia un
filmato girato dai soldati neozelandesi durante le operazioni belliche attorno
a Faenza, sia quello riguardante una precedente visita in Città dei reduci di
allora, avvenuta una quindicina di anni fa. E’ seguita un’esibizione di canti e
danze Maori, e non è mancata l’esecuzione della Haka di guerra. Quello di
stamattina è stato un lungo momento toccante e colmo di significati che, per
chi può e sa coglierli, dovrebbero servire a rafforzare il presente, essere di
monito e migliorare il futuro.
Alle 15,00 ci si è ritrovati tutti al War Cemetery di Via Santa Lucia. Dopo l’ingresso della delegazione Maori, preceduta dai loro ragazzi che hanno rieseguito una suggestiva Haka, un Cappellano Militare Neozelandese ha officiato un breve rito religioso. Un gruppo di giovani musicisti Faentini ha poi eseguito i due Inni Nazionali ed altri brani musicali preparati per l’occasione. Infine i Maori e gli studenti di alcune scuole faentine, si sono stretti tutti insieme nel rendere omaggio alle tombe dei caduti Neozelandesi, deponendovi sopra altrettanti fiori di papavero. Tra questa mattina e oggi pomeriggio, è stata una giornata piena di emozioni, di riflessioni, di mille pensieri, anche di qualche conclusione. La maggior parte della comitiva Maori era formata da giovani attorno ai vent’anni, educati, composti, pieni di dignità, orgogliosi di offrirci i segni emblematici della loro storia e della loro cultura, commoventi nel voler condividere ed unire insieme la nostra storia con quella dei loro nonni soldati. La qual cosa mi ha fatto ancora una volta pensare che non c’è futuro se non si conosce e non si coltiva il proprio passato.
Ho pensato a quei giovanissimi soldati che nell’inverno 1944-45 qui hanno combattuto e qui sono morti per liberarci dagli orrori del nazifascismo, per gente così lontana e diversa da loro. Cosa ne sapevano loro di noi ? Forse non realizzavano neppure dove fosse l’Italia, men che meno Faenza, quei ragazzi della 2° Divisione Neozelandese, 28° Battaglione Maori. Per essere più coesi, per meglio svolgere i propri compiti e sentirsi meno lontani da casa, avevano chiesto ed ottenuto di essere inquadrati a seconda delle tribù e delle famiglie di provenienza. Preso da tutti questi pensieri anch’io mi sono messo a girare per il Campo. La commozione mi è esplosa dentro quando ho notato una ragazza Maori starsene per quasi un’ora seduta sull’erba, accanto alla tomba di H. Rakuraku, un giovane che lei mai ha potuto conoscere, un parente, forse un nonno che non l’ha mai coccolata. Terminata la cerimonia, abbandonando il War Cemetery, ho salutato i Maori dicendo loro mille volte GRAZIE, non solo per ciò che fecero settant’anni fa i loro connazionali, ma per averci insegnato e regalato qualcosa oggi.
Di seguito, una documentazione fotografica scattata al War Cemetery di Via Santa Lucia. Le foto mostrano il gruppo Maori mentre entra nel Campo, i ragazzi Maori accomunati ai nostri studenti, una panoramica delle sepolture, la ragazza accanto alla tomba di H. Rakuraku, il reduce Nolan Raihania vicino alla tomba di D. Swann, un suo compagno rimasto qui con noi. |
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