Claudio Quarantini «Spettinato», Medaglia d'Argento al Valor Militare
Faentino di nascita, dopo aver partecipato alla lotta di Liberazione ha lavorato
alla Fiat a Torino e poi nei più prestigiosi centri di ricerca in Italia e all’estero
Angelo Emiliani
II 31
dicembre 2007 è morto a Bologna Claudio Quarantini. Aveva 82 anni.
Personaggio schivo e taciturno, ha sempre parlato poco di sé, del suo
passato, del suo lavoro. Tanto che ora è difficile ricostruirne, sia
pure per sommi capi, la vita fuori dal comune. «Fra noi - conferma il
fratello Davide - c'erano buoni rapporti, ma non ci vedevamo spesso. Mi
sono reso conto di sapere poco di lui quando, nel riordinare le sue
cose dopo la morte, ho trovato il diploma della Medaglia d'Argento al
valor militare per la sua partecipazione alla Resistenza. Non me ne
aveva mai parlato. Nato a Faenza l' 8 aprile del 1925, da ragazzo
Claudio va a bottega da un falegname. Intanto studia da perito tecnico.
É ancora studente quando, nel gennaio del '44 - e quindi a 18 anni -
sceglie la lotta armata contra i tedeschi e fascisti ed entra a
far parte, col sopranome di Spettinato, della 36ª Brigata
Garibaldi «Bianconcini», attiva sulle montagne fra Imola e Faenza.

Partigiani della Brigata Stella Rossa.
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Claudio Quarantini.
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Distintivo Brigata Stella Rosa.
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Nel maggio
seguente passa alla Brigata autonoma bolognese «Stella Rossa» comandata
da Lupo, Mario Musolesi. La formazione arriverà a contare quasi
800 partigiani, compreso un gruppo di soldati inglesi evasi da un campo
di prigionia. La sua prima azione consiste nel deragliamento di
un treno. Segue una lunghissima serie di colpi di mano: attacchi a
convogli di truppe e rifornimenti, sabotaggi, eliminazione di spie. II
coraggio dei suoi combattenti e le capacità organizzative di Lupo -
assieme al sostegno fornito dai contadini e dalle popolazioni delle
zone in cui opera - fanno della «Stella Rossa» un'insidiosa spina nel
fianco delle armate tedesche e dei reparti della Repubblichina. Dopo il
combattimento del 28 maggio, la Brigata si sposta dapprima a
Firenzuola, poi a Monte Pastore. In luglio, anche per dissensi sul modo
di condurre la guerriglia, il battaglione comandato da Sugano
Melchiorri lascia la "Stella Rossa» e accorre in difesa della
Repubblica partigiana unità che, in seguito, si sposta a Casoni di
Romagna, fra Sassoleone e Piancaldoli nell'alto imolese, per aggregarsi
alla 62ª Brigata «Camicie rosse» Garibaldi.

Diploma attestante la Medaglia d'Argento al Valor Militare
concessa a Claudio Quarantini nel 1968.
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Medaglia d'Argento al
Valore Militare.
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Conferimento del grado di capitano con decreto
ministeriale dell'8 agosto 1980 a Claudio Quarantini.
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Motivazione del conferimento della medaglia d'argento al valore militare
Quarantini Claudio, «Spettinato», da Serafino e Maria Casadio; n.
1'8/4/1925 a Faenza (RA); ivi residente nel 1943. Studente. Nel gennaio
1944 entrò a far pane della 36a brg Bianconcini Garibaldi e nel maggio
passò alla brg Stella rossa Lupo e operò sull'Appennino tosco-emiliano.
Prese parte al combattimento del 28/5/44 in seguito al quale la brg si
spostò prima a Firenzuola (FI) e poi a Montepastore (Monte S. Pietro).
Nel luglio 1944 il suo btg lasciò la brg e si trasferì a Montefiorino
(MO). Dopo la battaglia per la difesa della repubblica di Montefiorino
si trasferì a Casoni di Romagna (Casalfiumanese) dove si aggregò alla
62a brg Camicie rosse Garibaldi con funzione di comandante di btg. A
Bisano (Monterenzio) il 16/9/44 prese parte all'attacco contro una
forte concentrazione tedesca e, nell'ottobre, ai combattimenti nella
zona di Casoni. II 18/10/44 sfuggì al rastrellamento fascista di
Castenaso e, in seguito, si trasferì in città dove si aggregò alla 7a
brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto partigiano nella 62a brg Camicie
rosse Garibaldi con il grado di capitano dall’1/1/44 alla Liberazione.
Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare con la
seguente motivazione: «Accorso tra i primi nelle file partigiane, si
distingueva per ardimento e capacità in numerosi combattimenti.
Comandante di compagnia facente parte di una brigata duramente
impegnata da preponderanti forze nemiche, effettuava di sua iniziativa,
alla testa di un gruppo di ardimentosi, un'audace puntata sul fianco
dell'attaccante al fine di alleggerire la situazione. Con la sua
irruente azione causava disorientamento nelle file nemiche e permetteva
così ai reparti partigiani di eseguire un vittorioso contrattacco».
Cuneo di Monterenzio, 4 ottobre 1944. [C] Testimonianza in RB3.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del
fascismo nel bolognese (1919-1945), a cura di A. Albertazzi, L.
Arbizzani, N. S. Onofri.
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II 16 settembre partecipa
all'attacco contro un forte nucleo tedesco e, in ottobre, ai
combattimenti attorno a Casoni. II 18 ottobre Quarantini sfugge al
rastrellamento fascista di Castenaso, si trasferisce a Bologna e si
aggrega alla 7ª Gap Garibaldi «Gianni».
Alla data della Liberazione gli
viene riconosciuta l'appartenenza alla 62ª Brigata col grade di
capitano e gli viene concessa la Medaglia d'Argento al valor militare
con una motivazione che fa esplicito riferimento all'audacia e al
coraggio con cui ha condotto la sua compagnia durante la battaglia di
Monterenzio il 4 ottobre del '44. Nelle stesse giornate la «Stella
Rossa» era stata costretta ad arretrare per sottrarsi al rastrellamento
in forze dei tedeschi, sviluppatosi fra il 29 settembre e il 5 ottobre
e passato alla storia per i terribili eccidi di civili - 770 persone,
comprese decine e decine di bambini - perpetrati dagli uomini al
comando del magg. Walter Reder.
Dopo la guerra Claudio Quarantini
lavora alla Fiat di Torino fino a quando non ne viene cacciato, assieme
ad altri sette operai e tecnici, con un licenziamento che colpisce
attivisti politici e sindacalisti. In seguito, grazie all'aiuto di un
ingegnere conosciuto in montagna nel periodo della Resistenza, entra
nell'Istituto di Fisica di Bologna, in via Irnerio.
Benchè non sia
laureato, si fa ben presto apprezzare per capacità e impegno, tanto da
salire nella scala delle responsabilità e degli incarichi fino a
prestare a lungo la sua opera presso il Cnr di Frascati, a Ginevra e a
Bruxelles dove ha sede il vertice dell'Euratom.
«Anche di
questi aspetti - aggiunge il fratello Davide - mi ha sempre parlato
poco. Immagino che non avrebbe potuto svolgere la sua attività in
centri di ricerca tanto prestigiosi se non fosse stato un tecnico
stimato e di valore».
Claudio Quarantini è stato sepolto nel cimitero dell'Osservanza a Faenza, accanto alla moglie.
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