Francesco Nonni - I disegni del Lager (1918)

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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Francesco Nonni - I disegni del Lager (1918)

di Sauro Casadei

I cinquantacinque disegni qui esposti sono stati acquistati dal Comune di Faenza nel 1971, grazie all'interessamento della Società Amici dell'Arte che aveva organizzato, nella primavera dello stesso anno, una mostra antologica di opere di Francesco Nonni. Vi è rappresentata la vita quotidiana degli ufficiali italiani prigionieri nei campi di concentramento tedeschi di Rastatt prima e di Celle poi. La scarna e spettrale geografia delle baracche e dei reticolati è la cornice entro cui si svolgono le interminabili giornate dei prigionieri, scandite soprattutto dall'attesa dello scarso cibo.



     Ci appare un'umanità alle più elementari funzioni dell'esistenza; colpiscono, in particolare, i disegni che raffigurano il rituale del pasto: figure cupe che assistono con ansia alla misurazione delle fette di pane e del livello delle minestre nelle marmitte. Così descrisse quei momenti lo scrittore Bonaventura Tecchi, anch'egli prigioniero a Celle, nell'introduzione alla pubblicazione di alcuni dei disegni: "Guardate queste faccie scure curve sui filoni del pane che è ancora da dividere o sul calderone fumante di sbobba che è da misurare centimetro per centimetro prima della distribuizione. Quello sforzo rabbioso a contare tutte le bricciole, a non lasciarsi sfuggire nemmeno un cucchiaio dell'immonda brodaglia; quella avidità felina che ci dilatava le pupille, ci armava l'uno contro l'altro come lupi affamati e ci faceva ruggire di collera contro l' "ingiustizia" di un centimetro in più o di un cucchiaio in meno...


Panoramica del campo di prigionia di Celle (Hannover)
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La vita psichica qui è ridotta ai minimi termini. Non ci sono più le imbottiture del sentimento, né le fiamme della volontà, né i guizzi dell'ingegno. Tutto è piu scabro nudo eguale, tutto è su una stessa linea di violenza e di elementarietà: la fame il freddo il sonno". Anche i momenti di quiete, testimoniati dai disegni che rappresentano i prigionieri a messa o nella baracca dedicata alla musica e alla lettura, non riescono ad attenuare l'impressione di desolazione che pervade la grande maggioranza delle scene. In quel campo Nonni ebbe come compagni di prigionia alcuni letterati destinati, nei decenni successivi, a diventare figure di primo piano della cultura italiana: Ugo Betti, Carlo Emilio Gadda e Bonaventura Tecchi.
La prigionia terminò alla fine del 1918.

Francesco Nonni (1885 - 1976)

Francesco Nonni.
     Nacque a Faenza il 4 novembre 1885; iniziò prestissimo, presso l'Ebanisteria Casalini, l'apprendistato dell'intaglio del legno che restò fondamentale per tuttala vita.. Allievo della Scuola Comunale di Disegno e Plastica, allora diretta da Antonio Berti, iniziò a produrre raffinate xilografie che espose alle Biennali veneziane dell'anteguerra inaugurando, contemporaneamente, una lunga e fortunata carriera di illustratore di libri per l'infanzia. Fu amico fraterno di Domenico Baccarini e degli altri artisti del gruppo passato alla storia come Cenacolo Baccarini, sodalizio che, se pure di breve durata, agì in profondità nel rinnovamento della vita artistica di Faenza e della Romagna. Nel 1915 entrò come insegnante di plastica di quella Scuola di Disegno che aveva frequentato come allievo. Richiamato alle armi nel 1916 e inviato al fronte, venne fatto prigioniero durante la rotta di Caporetto e rinchiuso nel campo di concentramento di Celle fino alla fine del 1918. Al rientro a Faenza riprese l'attività di insegnante ed artista fino alle soglie della scomparsa.
Disegnatore, xilografo, plastificatore e pittore, Nonni fu artista poliedrico e protagonista di una lunga stagione creativa tutta svolta all'insegna di una raffinata ricerca formale. Resta fondamentale la pubblicazione, dal 1924 al 1926, della rivista Xilografia, prima mensilmente e poi trimestralmente, sulle cui pagine apparvero incisioni originali dei più apprezzati xilografi italiani e stranieri e che ebbe riconoscimenti unanimi in tutta Europa.
La scomparsa avvenne il 14 settembre 1976 nella sua Faenza.

Dal libro di Stefano Dirani: "Francesco Nonni memorie del lager di Celle"


   

    Disegni realizzati da Nonni a Faenza al ritorno dalla prigionia avvenuta nei primi mesi del 1919. I disegni che illustrano la quotidiana vita a Cellelager durata ben quattordici mesi (nov. 1917-dic. 1918) furono in parte pubblicati nel 1919 in un catalogo edito dalla Tipografia di Antonio Montanari in corso Domizia n. 4 a Faenza. L'anno successivo furono nuovamente ripubblicati ma in una veste di dimensioni maggiori dalla Tipografia Urcionio di Viterbo con la prefazione di Bonaventura Tecchi. (Stefano Dirani)


La misura della zuppa.


Il campo di Rastatt.

Gli ufficiali italiani partono da Rastatt per il campo di Celle.

Una strada del campo.

Un viale del campo di Celle.

Il trasporto delle marmitte.

La distribuzione della zuppa ai nuovi arrivati.

Interno della baracca "73".



Prigionieri al lavoro.

Prigioniero con scodella.



La recinzione esterna del campo.

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