Da Faenza a Mosca l'avventurosa vita di Giovanni Bertoni |
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"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici. |
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Da Faenza a Mosca l'avventurosa vita di Giovanni Bertoni
di Luigi Solaroli Giovanni Bertoni, figlio del carrettiere Antonio Rossi e Clementa, nacque a Faenza il 27 Aprile del 1906. Era tubercolotico e zoppo alla gamba sinistra, per questo era soprannominato “e zop d’Badiet. Fervente comunista, dal 1922 era oggetto di ripetute percosse e azioni violente e punitive da parte delle squadre fasciste per il suo impegno politico. Il 7 aprile del 1925 Giovanni Bertoni subì l’ennesima aggressione con manganelli e nervi di bue da due diverse squadre di fascisti. Stanco di queste continue violenze dirà al padre la sera: “a me in un ciapa piò”.
NOTE
1) Stalin approfittò dell’uccisione di Kirov, massimo esponente del PCUS, per liberarsi di tutti i suoi oppositori politici e di quelli che sarebbero potuti diventare suoi oppositori politici in futuro. Con l'avvento del fascismo, nella metà degli anni venti, centinaia di esuli politici italiani, comunisti, socialisti e anarchici, emigrarono in URSS. Molti di loro, dopo lunghi anni di permanenza, quando ormai si erano integrati nella società sovietica, nel periodo delle Grandi purghe, furono accusati di spionaggio, trotskismo o bordighismo (2), poi arrestati e condannati con processi illegali. Le vittime furono stimate in circa duecento. 2) Amedeo Bordiga nato nel 1889. E’ stato un politico italiano. Fu a capo della principale corrente (quella degli astensionisti dello PSI) che portò alla fondazione del Partito Comunista d'Italia dopo la scissione avvenuta al Congresso di Livorno dello PSI nel 1921. Da militante rivoluzionario, lottò apertamente contro l'egemonia stalinista nella Terza Internazionale e "contro le degenerazioni del movimento rivoluzionario mondiale". |
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Di nomi di battaglia, la spagnola «Africa de las Heras y Gavilan», la più leggendaria e caliente Mata Hari della Russia di Stalin, ne aveva tanti: María, Ivonne, Luisa, Znoy. Ma quello che le piaceva di più, nel nativo castigliano, è sulla lapide che le ha innalzato nel 1988 il suo Kgb nel cimitero moscovita di Kuntsevskoe, dove riposano gli Eroi dell’Urss: Patria. Un onore riservato solo all’élite per la spregiudicata, supersexy e spietata colonnella che, in vita, è stata decorata con 2 Stelle Rosse, 1 Ordine della Gran Patria, 3 medaglie (1 per Guerrigliera della Guerra Patria e 2 al Coraggio), 1 Ordine di Lenin. Battendo un record da Guiness: nessuno ha mai sospettato la sua attività. La sconosciuta storia di questa superagente sposata 3 volte per convenienza, architetta dell’attentato del 1940 in Messico contro il nemico del Piccolo Padre, l’ex capo dell’Armata Rossa Leiba Trotskij, è riaffiorata grazie a una recente biografia dello scrittore uruguayano Raúl Villarino, «Nome in codice Patria, una spia del Kgb in Uruguay» (Editorial Sudamericana, 233 pagine). Al confronto, la ballerina olandese Mata Hari sembra una principiante morigerata. Nata nel 1910 a Ceuta, una delle 2 colonie spagnole sul Mediterraneo marocchino, figlia di un militare e cresciuta in un convento di suore a Madrid, Africa si è fatta subito notare per la sua ferrea militanza nella Juventud Comunista. Nel ‘34 è tra i combattenti della fallita Rivoluzione delle Asturie; dopo il golpe del sanguinario Francisco Franco nel ‘36, è in prima linea a Barcellona come agente delle Operaciónes Especiales del Pce. «Nello stesso luogo dove giustiziava i nemici, la pattuglia capeggiata da Africa celebrava poi interminabili orge», ricorda un sopravvissuto. Il coraggio di Africa mixato col sesso viene subito notato da due super 007 dell’allora Nkvd (l’intelligence predecessore del Kgb), l’ungherese Enrö Gero e il russo Alexei Orlov, che l’arruolano e la spediscono a Mosca per imparare il mestiere. Primo incarico: assassinare Trotskij. Compito che la spia a luci rosse adempie magnificamente. Diventa la segretaria del dissidente, è lei a scoprire che la pittrice Frida Kahlo, moglie del muralista Diego Rivera, va a letto con l’unico rivale di Stalin. Poi viene rimpatriata perché Orlov tradisce e passa agli americani. Durante la II Guerra Mondiale, «Znoy», poliglotta, si copre di gloria. Paracadutata nell’Ucraina sotto il tallone di ferro nazista come capo della controinformazione e della guerriglia, in Francia partigiana con la Resistenza. Nel ‘47, la Lubianka decide di promuoverla nientemeno che «rezident» (capocentro) dell’intera America Latina. Per procacciarsi una copertura insospettabile Africa seduce in una sola notte, dopo averlo abbordato al Pen Club di Parigi, un accanito reazionario che poi sposa, lo scrittore uruguayano Felisberto Hernández. Una volta stabilitasi a Montevideo, e dopo aver aperto un’esclusiva sartoria per il fior fiore dell’alta società, la rezidente che usava le bollenti grazie come la mitica trasmittente criptata Enigma, divorzia. E, sempre per ordine del Kgb, la spia che ai pochi amici confidava: «la mia patria è l’Urss» si risposa. Con un altro agente, un italiano, «Marko», al secolo Giovanni Antonio Bertoni, apre un raffinato negozio di antiquariato. Il sesso è sempre la sua arma preferita. La James Bond russa scopre che un importantissimo uomo di governo di Montevideo è gay. No problem: ordina l’arrivo di Nikolai, un argentino che lavora per i russi, e che infiamma la vittima. Il tutto mentre Patria filma l’incontro hard e poi lo ricatta per anni carpendogli tutti i segreti. Marko peró comincia a condividere le critiche del Pci a Mosca e, guardacaso, la spia italiana cade mortalmente in casa. La polizia sospetta, Patria ha installato la rete in tutto il Cono Sud e il Kgb, nel 1966, le ordina di rientrare nel Paese per cui ha combattuto. Fine della missione? Macchè: la Mata Hari al cubo ha un’esperienza unica e le sue ultime gesta consistono nel trasmetterla tutta alle agenti dell’Intelligence russe. «Znoy riuscì a carpire a Parigi persino i segreti della Gestapo», osanna un partigiano francese. |
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Decorazioni Militari
![]() ![]() A sinistra "Ordine della Stella rossa.
A destra " Ordine della Grande Guerra Patriottica della Seconda Classe". La medaglia della Guerra Patriotica, viene istituita nel 1942. Conferita per le azioni eroiche a soldati, partigiani e ai componenti dei servizi segreti, aveva due classi, in virtù del prestigio raggiunto. Fino al 1977 è stata l'unica medaglia con diritto di trasmissione per i figli del destinatario. Per tutte le altre, invece, era prevista la restituzione al sopraggiungere della morte. |
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Il
17 giugno 2013 Fernando Loustraunau per Il quotidiano di Montevideo
(Uruguay) "El Observador" racconta la storia di Africa de las Heras |
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Alcune pagine internet che trattano la Storia di Africa de Las Heras |
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