Fra Sabba da Castiglione prende possesso della Commenda di Faenza
Un documento faentino dell'8 gennaio 1515, giusto 500 anni fa, segnò
l'inizio di una pagina nuova e grande per la storia della Commenda: in
quella data infatti Fra Sabba da Castiglione, cavaliere milanese
dell'Ordine di S. Giovanni, prese ossesso per procura della Commenda di
Faenza dopo la rinuncia in suo favore del confratello e amico cardinale
Giulio de' Medici, futuro papa Clemente VII. II Borgo Durbecco, Faenza
e i Faentini tutti, devono non poco a fra Sabba che visse alla Commenda
per 35 anni sino alla morte avvenuta il 16 marzo 1554 e alla Commenda
dedicò un vero programma di vita che si tradusse in ottima
amministrazione, opere d'arte, di cultura, di carità, radicate nella
fede. Fece restaurare la chiesa, ripristinare e completare il chiostro,
affrescare l'abside nel 1533 da Girolamo da Treviso il Giovane, nel
1545 circa incaricò il pittore forlivese Francesco Menzocchi di
eseguire l'affresco monocromo intorno alla pietra di arenaria
predisposta per il proprio sepolcro, aprì un ospizio per i pellegrini,
istituì una scuola per bambini poveri, una biblioteca, raccolse nel suo
studio un complesso artistico di pregio, lasciò disposizioni
testamentarie quali doti nuziali per fanciulle povere, distribuzione di
pane ai bisognosi in tempi di carestia...
8 gennaio 1515
Procura. Presa di Possesso della Commenda di San Giovanni di
Faenza in nome del reverendo fra Sabba da Castiglione cavaliere
Gerosolimitano
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In nome del Signore.
Amen. Nell'anno 1515 dalla sua natività, nella indizione terza, invero il
giorno 8 del mese di Gennaio del pontificato del santissimo in Cristo padre e
Signore nostro signor Leone X papa per divina provvidenza. Per mezzo di questo
presente pubblico documento a tutti sia manifesto e chiaramente noto che in
presenza di me, pubblico notaio, e dei sottoscritti testimoni chiamati e
richiesti specificamente per questo scopo, al cospetto del reverendo signore
Martino Scardavi (esperto di atti giuridici) e, in ambito spirituale, Vicario
generale del Vescovo di Faenza, che in ogni modo e forma faceva attenta istanza
che le adempienze sottoscritte venissero compiute e approvava e [consentiva]
gli adempimenti attuati e da attuare in ogni aspetto in forza e obbedienza ai
mandati apostolici, il signorGirolamo Abramo,
cittadino faentino, di persona convenuto come procuratore e con la designazione
di procuratore del reverendo signore fra Sabba da Castiglione, precettore della
precettoria di S. Giovanni di Faenza, secondo quanto del mandate della sua
procura risulta dal pubblico documento da me visto e letto, di mano di Giuliano
Ivone, sacerdote della diocesi di Saint-Malò, sottoscritto e pubblicato per pubblica
apostolica autorità del notaio in data Roma, giorno 2 gennaio del presente anno
dalla natività del Signore 1515, avendo e tenendo nelle sue mani certe lettere
apostoliche e mandati relativi a far entrare il sopra nominato signor fra Sabba
in reale e attuale possesso della suddetta precettoria con i diritti e le
pertinenze sue, richiese insistentemente che io, pubblico notaio sottoscritto,
ponessi e facessi entrare lo stesso signor procuratore, in virtù della
designazione di procura di cui sopra, in concrete e attuale possesso della medesima precettoria con i diritti e le sue
pertinenze, in forza dei mandati apostolici e di tutte le concessioni riservate
come sopra al medesimo signor Sabba. Allora io, sottoscritto notaio, desideroso
di obbedire in questa parte ai mandati apostolici, secondo la richiesta del
citato signor Girolamo, mi recai nella suddetta precettoria di S. Giovanni
insieme al signor Vicario cui era stata rivolta la medesima richiesta, e ai
testimoni sottoscritti e nel nome di Dio posi e feci entrare il sopra nominato signor Girolamo
procuratore, che per la designazione di procura di cui sopra, lo chiedeva e
richiedeva con insistenza, in concreto reale e attuale possesso della medesima
precettoria coi suoi diritti e parti, attraverso l'ingresso della porta
maggiore o entrata della suddetta Chiesa, mediante il tocco della spranga del
catenaccio e sia del medesimo chiavistello, e mediante il tocco delle corde
delle campane, del calice da messa e dei paramenti, delle chiavi del sacrario
della precettoria e sia della suddetta chiesa; e poi mediante l'ingresso delle
case della stessa e l'accesso delle medesime, aprendo e chiudendo le porte con le
chiavi, e compiendo altre azioni e gesti spettanti e pertinenti al verosignore rettore,
precettore e possessore; e su quelle prerogative tutte e una ad una il sopra
nominato signor Girolamo procuratore chiese per sé e per la sua parte che si
stendesse un documento pubblico o si stilassero più documenti pubblici.
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Fatto... nel borgo
della città di Faenza... nella chiesa o precettoria e nelle case suddette,
situate in parrocchia di S. Antonino lungo le vie pubbliche e le mura del
suddetto Borgo, ( precettoria e case) pur al centro delle suddette vie.
Presenti nello
stesso luogo: il venerabile uomo signor Antonio Campana sacerdote, l'esimio
esperto di leggi signor Pietro Laderchi, e Francesco fu Alessandro dei Pasi,
tutti faentini, in qualità di testimoni ecc.
Ed io Evangelista
Giovanni Rontana, notaio richiesto, sottoscrissi, lessi e pubblicai.
Faenza Archivio
Notarile (Evangelista Rontana, ad annum f. 6)
Traduzione di Santa
Cortesi (la traduzione, il più possibile aderente al testo latino, ne conserva
formule e iterazioni proprie del linguaggio notarile del tempo).
Documento
riprodotto su concessione del Ministero per i Beni Culturali e le
Attività Culturali - Archivio di Stato di Ravenna, autorizzazione n.
9/2014. (Foto Marco Cavina)
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La sua presenza e la sua voce ci giungono anche attraverso le pagine
dei suoi libri, ripubblicati fra il 1999 e il 2004 per iniziativa degli
Amici della Commenda, Ricordi, Testamenti, Lettere. Oggi, dopo 500
anni, non possiamo perciò passare sotto silenzio quella data, ma
sentiamo il dovere di riproporre la figura e l'operato del grande
religiose milanese che fu veramente anima di quel luogo amato, tra i
più suggestivi di Faenza, il complesso della Commenda appunto, nel
nostro Borgo Durbecco, testimonianza del medioevo e del rinascimento
faentino. Ci sono luoghi come questo che per fortuna ancora ci parlano,
ricchi di
storia, d'arte e cultura, collegando il nostro presente spesso
distratto ad altre stagioni che l'hanno preceduto e ne sono la radice.
Vogliamo sperare che quella grande pagina di storia sia letta e intesa
in un dialogo attento soprattutto dalle nuove generazioni, che imparino
a conoscerla, rispettarla, amarla e poi si impegnino nella cura, nella
conservazione e nella valorizzazione di quel tesoro ricevuto in eredità
e custodia dal nostro passato.Questo è l'intento degli Amici della
Commenda, ormai piuttosto
stagionati, di far sì che il 'racconto' di fra Sabba continui oltre
loro e dopo di loro, e non in modo sterile, ma nella cura fattiva di
promozione attraverso preziose e pazienti iniziative quotidiane e
occasioni importanti (apertura, chiusura, pulizia della chiesa, piccola
manutenzione, visite guidate, incontri culturali e artistici, mostre,
concerti, studi, tesi di laurea, articoli sulla stampa, collaborazione
a festività religiose...). La possibilità di realizzare la presente
cartella omaggio si deve
all'attenzione e al sostegno della Fondazione Banca del Monte e Cassa
di Risparmio di Faenza, che ringraziamo sentitamente. Un vivo grazie
anche alla Tipografia Faentina Editrice per il pregio e la raffinatezza
della realizzazione.Ci auguriamo infine che le immagini e il documento
raccolti nella
cartella: la riproduzione del documento dell'8 gennaio 1515 nella
stesura notarile, la trascrizione latina in chiaro, la traduzione
italiana, e i sei 'ritratti' di fra Sabba, interpretazioni di artisti
del Rinascimento, Girolamo da Treviso il Giovane, Francesco Menzocchi,
Giovanni Bernardi da Castel Bolognese, il frontespizio della terza
edizione dei Ricordi, un autore ignoto del '700 e il contemporaneo
faentino Luigi Timoncini, siano graditi e stimolanti a suscitare
rinnovato interesse per l'affascinante e importante figura di fra Sabba
e per la nostra bella Commenda.
Gli Amici della Commenda

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Faenza, Borgo Durbecco, Chiesa della Commenda.
Girolamo da Treviso il Giovane, affresco absidale, 1533, particolare:
Fra Sabba da Castiglione inginocchiato in preghiera, in divisa dell'
Ordine dei cavalieri Giovanniti, con bracciali, stocco, ginocchiere,
elmo con cimiero, catena d'oro e anello, rivolto alla Vergine col
Bambino.
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Faenza,
Borgo Durbecco, Chiesa della Commenda. Francesco Menzocchi, affresco
monocromo, memoria funebre di Fra Sabba, 1545-46, particolare: Fra
Sabba da Castiglione inginocchiato in preghiera, in veste di religioso,
con la collana dei paternostri in mano.
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Londra,
British Museum, Giovanni Bernardi da Castel Bolognese (attribuzione):
sardonica ovale incisa con ritratto di Fra Sabba da Castiglione,
concepito come profilo all'antica con testa e collo dell'effigiato e
intorno la scritta SABBAS CAST, usato come sigillo incastonato in un
anello. Ingrandimento rispetto alle misure reali di cm 2,1 x 1,7.
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Frontespizio
dei Ricordi terza edizione, 1555, Paolo Gerardo, Venezia. Ritratto di
Fra Sabba da Castiglione che scrive con la sinistra, e l'espressione
Dirige, Domine, sinistram meam in laudem tuam (Guida, Signore, la mia
sinistra a lodarti).
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Castiglione
Olona, Palazzo Branda Castiglione, autore ignoto di scuola lombarda,
XVIII sec. Fra Sabba da Castiglione in preghiera davanti al Crocifisso,
olio su tela, cm 170x120. Ritratto di fra Sabba, evidentemente desunto
da quello dell'affresco absidale della Commenda di Faenza.
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Faenza, Chiesa della Commenda, deposito. Luigi Timoncini, inchiostro, 1998. Fra Sabba da Castiglione in veste di cavaliere.
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