GUADI E PONTI IN ETÀ MEDIOEVALE
NEL TERRITORIO FAENTINO
LUCIO DONATI
Ci occuperemo solo delle strutture per l'attraversamento dei fiumi
facendo presente che un ponte sul rio Cosina in coincidenza della via
Emilia certamente nel Medioevo è sempre esistito; in genere non
disponiamo di documentazione troppo antica, se si esclude il Ponte di
S. Procolo sul Senio, oggi Ponte del Castello, e i tre sul Lamone cioè
quelli d'Arco, di Borgo Durbecco e di Cesato. Per il Marzeno abbiamo il
Ponte del Termine in confine con Modigliana, che risale a epoche
lontane, mentre più a valle è segnalato in mappa del 1777 un Passo
(guado) che unisce le attuali vie Uccellina e Canovetta a nord di
Rivalta (251): è possibile che sia questo il percorso tenuto da
Federico II che nel 1226, proveniente dalla zona di Cosina, fu
costretto a deviare verso le colline per Tiliavera e raggiungere cosi
S. Procolo (Tolosano p. 155); allo stesso modo Guido da Montefeltro
marciando nel 1274 verso Faenza prese la strada dalla parte di sopra
per Tiliavera, attraversando il Marzeno e accostandosi alla città
attraverso Ponte d'Arco (Tonduzzi p.302). Relativamente al fiume
Montone, a monte del Passo di Vico tra Russi e Faenza, è segnalato, ma
solo nella cartografia moderna, il Passo di S. Martino che prende nome
dalla frazione di Villafranca di Forlì.
Elaborazione da una mappa databile alla
seconda metà del secolo XVII.
|
Per il Lamone a valle via Emilia si è già ricordato un Passo di S.
Croce nel XVI secolo che non doveva essere lontano dalla chiesa di
Ronco e sembra corrispondere al luogo in cui fu allestito un ponticello
in legno a fine secolo XIX. Poco a valle del Ponte della Castellina in
Cesato è citato nel Settecento un "Passo della Barchetta" che sembra
però d'epoca moderna, allestito in seguito a non agibilità sopravvenuta
del ponte suddetto. Nella cartografia moderna troviamo il toponimo
Barca (= traghetto) sul Lamone all'inizio della via Fossolo, che
corrisponde però all'antico Passo di Cagazolo, menzionato più volte nel
XVI secolo. II Passo della Rotta tra Cagazolo e via Madrara credo sia
d'epoca moderna. Occupiamoci ora dell'attraversamento del Lamone in
località Madrara, facendo presente che la via omonima a est del fiume
non è presente nella cartografia dei secoli XVIII e XIX, però sembra
esistere nel 1368, in corrispondenza della Ca' Rugata, toponimo che ha
origine da proprietà del casato Rogati di Faenza (252); sembra che ciò
sia deducibile anche da testimonianze orali raccolte nel 1491-92, in
base alle quali si afferma che talvolta nell'area fu allestito un ponte
di legno: sia Cotignola che Faenza riscuotevano qui il pedaggio (253).
Forse più tardi fu allestito il Passo di Boncellino, detto anche di
Madrara o dei Sentoni (famiglia di traghettatori per secoli) e noto per
il personaggio di Stefano Pelloni il cui padre era il relativo
"Passatore" (traghettatore) ad inizio secolo XIX. Un elenco complete
dei "Passi con barca" ci è noto solo fra 1586 e 1597, allorché in
questo tratto di Lamone sono citati quelli di Madrara, Castellina e
Cacazolo (254). Relativamente al fiume Senio non sono ricordati guadi a
monte della via Emilia in epoca medievale, mentre a valle ne troviamo
diversi.w |
|
|
II suddetto elenco di fine Cinquecento ci segnala tra gli altri i Passi
di Donegallia e di Felisio, tra Faenza e Solarolo: il primo è attestato
dal 1532 allorché gli abitanti di Castel Bolognese volevano
trasformarlo in ponte fisso tramite del posizionamento di carri
agricoli nel letto del fiume, sistema che era in uso talvolta in
situazioni eccezionali e transitorie ma che si sarebbe rivelato
ovviamente deleterio in caso di piene; ancora oggi in Comune di
Solarolo vi è la via Donegallia, in corrispondenza della quale vi è
stata una passerella di legno fino a pochi anni or sono.Tra Castel
Bolognese e Faenza segnaliamo il Passo dei Borghesi (casato
castellano), segnalato in una mappa del 1520 circa (255), allo sbocco
di via Rezza nel Senio. Anche per quello di Felisio abbiamo notizia
solo da inizio secolo XVI ed occorre precisare che si trovava circa 200
metri a nord dell'attuale ponte, dove era l'antica chiesa di S. Maria
in Faustore prima che venisse ricostruita nel sito attuale a fine
secolo XVIII; forse posteriore è l'allestimento del guado per carri,
poco a valle del suddetto, il quale ha trasmesso il nome alla strada di
confine tra Faenza e Cotignola, cioè Passo di S. Martino, anticamente
detta di Squartapullo.Tra Faenza e Solarolo risultano i Passi di
Brenta o Quadrazzo e dei Castellazzi ma non credo risalgano al Medioevo.
Note
Tolosano, Chronicon Faventinum, a cura di G. Rossigni, 1930.
Tonduzzi, Historie di Faenza, 1675.
251) Archivio Stato Faenza, Comune di Faenza, liti diverse, vol. 11
252) Archivio Stato Faenza, pergamena del Comune, B, 1, 6-7
253) L. Donati, in Cotignola tra archeologia e storia – le vicende di un territorio, 2006.
254) Archivio Stato Faenza, magistratura liti diverse, voll. 11 e 5
255) Corporazioni Religiose, in Archivio Stato Ravenna.
|