Giuliano Bettoli |
"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici. |
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Il mio ricordo di Giuliano Bettoli
Miro Gamberini Per parecchi anni ogni mattina, andavo nel suo butighì (studiolo) di via Castellani, ove amichevolmente parlavamo di avvenimenti e fatti storici riguardanti Faenza, degli articoli che doveva scrivere, della domande che una persona incontrata in Piazza gli aveva posto, e conseguentemente dell’articolo che anche lui incuriosito dall’argomento avrebbe scritto. Quando il fatto era storico voleva approfondire la ricerca, con testimonianze e mi chiedeva di verificare chi in precedenza aveva scritto sull’argomento, raccomandando sempre che “anche la minghina” deve capire. Una scrittura “colloquiale” che come recentemente ha definito Sandro Bassi sono“...espressioni che suonano un po’ di licenza poetica e un po’ di anomalia grammaticali…” ma di una semplicità estrema, una grafia che condita con il dialetto, permetteva ai suoi lettori di immergersi in quell'atmosfera che è propria della nostra città, ove in una frase di dieci parole sette sono pronunciate in dialetto.
La città ne rimase coinvolta scuole e visite guidate nei mesi successivi portarono molti faentini sul greto, tanto entusiasmo fu lo stimolo per ricordare i 170 anni della caduta del Ponte con una festa di canti romagnoli, magistralmente interpretati dagli “Smèmbar” diretti da Giuliano. Storia locale e tradizioni popolari di nuovo insieme, un modo divertente e scanzonato che ha fatto divertire molte persone, ma che come il manifesto funebre voluto da alcuni suoi amici recita: “Grazie Giuliano, ci hai insegnato a conoscere ed amare la nostra città, la nostra storia, la nostra cultura ultima tappa della tua fatica è stata quella di guardare Faenza dall’alto dei suoi campanili come ad accogliere in un grande abbraccio tutta la nostra realtà faentina ora sei salito sul campanile più alto come spetta ad un grande uomo. Di lassù ci indicherai sempre la strada giusta da percorrere”. L'ultimo articolo al quale ho dato il mio contributo storico a Giuliano, viene qui riproposto: "Lo sapete dov'è San Sigismondo". Ciao Giuliano. |
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