Compagni di scuola al tempo di Napoleone I |
![]() |
"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici. |
Home | Storia Moderna |
COMPAGNI DI SCUOLA AL TEMPO DI NAPOLEONE I
(In memoria di Ilaria Dalmonte, 1979-2019, educatrice e psicoterapeuta) Giuseppe Dalmonte Quando Napoleone venne a Bologna nel giugno 1805, si pensò di rendergli omaggio anche a Faenza e di onorarlo con un monumento altrettanto degno della sua fama. Nel Consiglio Comunale si discussero varie proposte che vennero esaminate e vagliate attentamente, ma poi gradualmente accantonate; alla fine solo l’Amministrazione dipartimentale del Rubicone, augurandosi una visita imperiale anche in Romagna, deliberò di innalzare un nuovo Arco Trionfale con quadriga, aquile, statue, colonne e capitelli, che imitava – secondo il cronista Saverio Tomba - ‹‹quello che di sasso doveva esservi, e ne copriva la malconcia e abbandonata riedificazione››, riferendosi al secondo arco faentino rimasto incompiuto fuori Porta Imolese. L’opera progettata da Giuseppe Pistocchi, venne affidata per l’esecuzione ai valenti plasticatori Ballanti Graziani che in breve tempo con legno e tele dipinte realizzarono con stoppa e gesso le statue che decoravano l’arco, che doveva essere collocato presso il ponte sul Senio, a ricordo dello scontro armato del 2 febbraio 1797, tanto celebrato.
Il primo per età è Tommaso Torregiani o Torrigiani, nato in una famiglia di agricoltori della parrocchia faentina di Celle il 9 marzo 1786, ma dopo pochi anni si trasferirà nelle campagne di Solarolo, dove il ragazzo compirà i primi studi mettendo in luce le sue capacità e doti non comuni. Trasferitosi a Faenza per proseguire gli studi, Tommaso ha modo di approfondire le conoscenze letterarie sotto la guida di Dionigi Strocchi, le scienze fisiche, matematiche, botaniche e filosofiche con i professori Giovanni Fagnoli, Bernardino Sacchi, Filippo Gallizioli e Alberghi Aldebrando, che erudivano le prime leve liceali faentine di quegli anni. Nello stesso tempo il giovane Tommaso sta già manifestando le proprie scelte vocazionali, cominciando a insegnare, ad appena 21 anni, la filosofia ai seminaristi, per incarico del vicario vescovile. Ordinato sacerdote nel 1808, don Torregiani viene incaricato pochi anni dopo dell’insegnamento della lingua italiana, della storia, della geografia e dei primi elementi di fisica alle educande del Collegio di S. Chiara, posto nella sede oggi occupata dagli uffici comunali adiacenti le Poste. A dimostrazione delle sue mirabili attitudini nell’ istruire i giovani, il suo primo biografo racconta che il docente aveva composto un dizionarietto dei termini più necessari agli usi domestici, tratti dal vernacolo, per facilitare l’apprendimento della lingua italiana alle fanciulle. Saranno sue allieve anche alcune adolescenti di famiglie distinte, come Ginevra figlia del celebre letterato e Viceprefetto Dionigi Strocchi, le ravennati “trasgressive” Marianna Bacinetti e Teresa Gamba. Di lui non ci restano opere pubblicate, se non l’Elogio al sig. Conte Filippo Severoli, pubblicato nel 1823 da Montanari e Marabini, in occasione dei funerali del tenente maresciallo Severoli, generale delle armate napoleoniche e congiunto del cardinale Gabriele. Eppure il docente Torregiani, nella sua breve vita darà prova di vaste curiosità per le discipline mediche, fisiche-matematiche, letterarie oltre che filosofiche. Il suo biografo Giuseppe Ignazio Montanari afferma che negli ultimi anni della vita lo studioso ‹‹si pose a scrivere un trattato di zoologia che non giunse a compire, ed a classificare un gran numero di piante raccolte in vari luoghi d’Italia per farne indi una storia botanica, se morte non lo avesse impedito››; infatti, dopo breve malattia, il nuovo parroco di S. Margherita in Bondiolo, don Tommaso, spirò il 16 agosto 1824, precedendo di pochi giorni nella tomba l’anziana madre Giovanna. Il Giurista Il secondo compagno di studi nel Liceo faentino è il figlio del dottor Silvestro Padovani, Antonio nato il 23 febbraio 1787 nella via degli Angeli, attuale via XX Settembre, nella casa al n. 38 dove si legge ancora oggi una epigrafe che indica la brillante carriera del docente universitario di Diritto e Statistica. Dopo gli apprendimenti elementari e ginnasiali con maestri privati, il ragazzo seguì gli studi liceali biennali presso il Liceo dipartimentale faentino sotto la guida dei professori già menzionati, al termine dei corsi, s’iscrisse all’Università di Bologna per approfondire lo studio della lingua e letteratura greca, della numismatica e lapidaria, ma soprattutto delle discipline giuridiche, infatti il 9 giugno 1808 conseguì brillantemente la laurea in legge. Nel biennio successivo frequentò lo studio bolognese dell’avvocato Giovanni Vicini per fare pratica, e coltivò rapporti di stima e amicizia con il celebre latinista ed epigrafista Filippo Schiassi.
Il Letterato Il terzo liceale, compagno di classe dei precedenti, ma soprattutto allievo del celebre Cavaliere Dionigi Strocchi, ‹‹uno di coloro, ai quali già toccò in sorte di ascoltare le dottissime lezioni vostre allora quando ai tempi del Regno Italico foste Professore di Eloquenza nel Liceo Dipartimentale del Rubicone, che era stabilito in questa nostra comune Patria››, come dichiara il conte Ferdinando Pasolini Dall’Onda nella dedica al Maestro della propria copiosa raccolta poetica. Ferdinando nato il 2 gennaio 1788 dal conte Nicola e dalla marchesa di Parma Marianna Amalia Lalatta, fu tenuto al fonte battesimale da Ferdinando I di Parma e dall’Arciduchessa Amalia.
|
Home | Storia Moderna |