L' ex Chiesa di Santa Croce

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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L'EX CHIESA DI SANTA CROCE

don Ruggero Benericetti

da: Appunti per la storia delle Chiese Parrocchiali della città di Faenza in età moderna - (Secoli XVI-XVIII)


Nel secolo IV la madre dell'imperatore Costantino edificò in Roma, nel palazzo Sessoriano, vicino al Laterano, una basilica intitolata alla Santa Croce. Nel secolo successive l'imperatrice Galla Placidia diede la stessa intitolazione ad una chiesa da lei edificata a Ravenna. L'omonima parrocchiale faentina è ricordata dall'anno 1046. Nel secolo XIII era accompagnata talvolta dal toponimo Super Stratam, forse per distinguerla da un'altra di identica intitolazione esistente al di sotto della via Emilia, presso Ronco. L'edificio, scomparso alla fine dell'epoca moderna, si trovava all'inizio di via Torricelli, presso il palazzo Zauli Naldi, col quale comunicava. Venne risistemata dal rettore Antonio Garelli (1610-1619) negli anni 1610-1616. Filippo Bassi (1736-1767), nell'anno 1745 o 1746, la riedificò quasi completamente. Altri riattamenti sono segnalati dopo il terremoto dell'anno 1781. Sulla struttura, anteriore del rifacimento settecentesco, non sappiamo quasi nulla. II nuovo edificio constava di una aula rettangolare, a volta, con piccola abside quadrata. L'ingresso si apriva sul fianco sinistro.
L'altare maggiore era addossato all'abside e privo, al tempo delle prime visite, di ciborio per il Santissimo Sacramento, che era conservato in una nicchia laterale.

In questa planimetria del 1811 vengono evidenziati con campitura
nera il Palazzo Naldi (lettera A), la chiesa di Santa Croce (lettera B) e la
canonica (lettera C).

La chiesa di S. Croce, esistente almeno dal 1046, era sita all’inizio dell’attuale via Torricelli (vedi campitura rossa). Fino all’inizio del ‘600 la chiesa aveva davanti il sagrato prospiciente la Piazza Maggiore. Dalla visita apostolica di Mons. Marchesini del 1573 risulta un solo altare “con una icona molto vecchia e alle pareti molti affreschi”. Con i lavori di ampliamento di casa Naldi (1629) la chiesa rimase inglobata nel volume del palazzo. La chiesa, di piccole dimensioni, fu costretta a cambiare il suo accesso spostandolo lateralmente nell’attuale via Torricelli. All’interno aveva un abside di forma quadrata, dietro stava la canonica e la sagrestia sulla quale vi era un campanile a vela. Nel 1746 la chiesa viene rinnovata e in quell’occasione rifatto l’altare maggiore dallo “stuccatore Fossati”. Sull’altare un quadro raffigurante il crocifisso con la Vergine Maria e S. Giovanni Evangelista. Nei muri laterali i quadri di S. Giuseppe, S. Anna e la Madonna Bambina. Al centro della chiesa il “sepolcro famigliare” dei Bonaccorsi. Dalla canonica si accedeva ad un cortile interno attraverso il quale si raggiungeva il vicolo dei Naldi (attuale S. Antonio). La chiesa e canonica vengono comprate all’asta il 15 gennaio 1811 dal conte Giacomo Zauli Naldi. Dopo quattro anni, il conte Giacomo trasforma il complesso parrocchiale in abitazione privata. Ultimo parroco è l’illustre letterato e poeta faentino don Antonio Laghi. (Fotografia di Marco Cavina).

Giuseppe Morri, Pianta Geometrica della Casa, e Chiesa Parrocchiale soppressa di Santa Croce in Faenza, 1809. (Archivio Statale Faenza, arch. Notarile Mandamentale, not. A. Bucci, vol. 5106, rogito n. 218).
Nell'anno 1575 risultava ornato da un'antica tavola, della quale il visitatore rilevò il cattivo stato. Pregò perciò il rettore di farla ravvivare. Consigliò anche di far dipingere sulla parete, qua e la, un "mistero" conveniente alla santa Croce. Alcuni mesi dopo il decreto vescovile venne ripetuto dal visitatore apostolico monsignor Ascanio Marchesini. Dopo questo gli affreschi vennero eseguiti. Più tardi, non sappiamo quando, l'antica immagine venne rimossa in quanto, nell'anno 1736, vi era posta una semplice Croce in legno. La cappella dell'altare maggiore, nella chiesa ricostruita, venne ornata di stucchi. Vi venne collocata una nuova immagine, rappresentante il Crocifisso, la Beata Vergine e l'apostolo San Giovanni Evangelista. L'anno dopo, cioè nel 1746, il rettore Filippo Bassi (1736-1767), eresse, sul lato destro, un secondo altare, intitolato alla Santissima Infanzia e Natività della Beata Vergine Maria. Lo fece ornare con un quadro rappresentante la Beata Vergine Maria seduta, col Santo Bambino in braccio, entrambi con corona d'argento sul capo; accanto alla Madonna, sulla destra, in piedi, era raffigurato san Giovanni Battista, mentre baciava il piede del Santo Bambino. In mezzo era ricavata una finestra, dentro la quale si apriva una nicchia, ove era contenuta una statuetta di Maria Santissima Bambina. Accanto al quadro principale, più tardi, ne venne collocate un altro dove era dipinta la Beata Vergine in grembo a sant'Anna, con a lato san Gioacchino ed alcuni angeli genuflessi. A questo altare, nell'anno 1750, il rettore annette la compagnia della Natività e Infanzia della Beata Vergine, congregazione maschile e femminile. Era titolare di beni. La sua storia può essere tracciata sulla base dei libri contabili superstiti.La compagnia del Santissimo Sacramento è ricordata per la prima volta nel 1606 e per l'ultima nel 1634. La parrocchia contava un po’ meno di trecento anime al tempo del vescovo Vitale Giuseppe de' Buoi (1767-1787). Nei suoi confini era compreso un solo oratorio pubblico, quello della confraternita di S. Matteo e Mattia. La parrocchia venne concentrata nell'anno 1805 in Sant'Agostino. II beneficio dava un reddito annuo di circa sessanta scudi. I libri dei Defunti e dei Cresimati cominciano con la fine del secolo XVI, quelli dei Matrimoni coi primi decenni del secolo seguente. Infine gli Stati d'anime risalgono al secolo XVIII.






Interno dell'ex chiesa di Santa Croce adibita ad osteria di casa Zauli Naldi detta la Pagnocca, Faenza.
L'iscrizione relativa a questo disegno si trova sulla tavola precedente e lo definisce: interno della antica ex chiesa della parrocchia
di S. Croce detta la Commenda in Faenza oggi ridotta ad Osteria di Casa Zauli Naldi detta la Pagnocca, come nel 1866

La descrizione e il disegno dell'ex chiesa di Santa Croce di Romolo Liverani dal sito:
Istituto dei beni artistici culturali e naturali

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Rettori
- Andrea Nallo di Nocera 1566-1571
- Giovanni Raccagni di Brisighella 1573
   era stato precedentemente parroco a Ronco
- Giacomo Caroli 1573-1575
- Giacomo Battuti 1576-1578
- Brunetto Brunetti 1578-1590  era stato precedentemente parroco a    
   Cassanigo
- Andrea Carroli 1592-1610
- Antonio Garelli 1610-1619
- Innocenzo Rambelli 1625-1649
- Lorenzo Pontelungo 1649-1650; nel 1647 ebbe la collazione della  
  parrocchia Formellino ?
- Girolamo da Ponte 1651-1660
- Matteo Rossi di Bertinoro 1660-1664
- Francesco Benini 1664-1675; rinuncia
- Tommaso Zucchini 1675-1683
- Giovanni Battista Visconti 1683-1715
- Innocenzo Mattioli 1715-1717
- Guido Spada 1717-1731; dottore in filosofia e teologia,    passa al canonicato
- Domenico Tomba 1731-1736
- Filippo Bassi 1736-1767
- Antonio Laghi 1767-1811

Stemma araldico Bonaccorsi. La famiglia possedeva una tomba  al centro della navata di Santa Croce. È noto un capitano Francesco Bonacorsi il quale nel 1595 al comando di una Compagnia, composta da 170 faentini, parte per l'Ungheria dove muore durante l'assedio di Strigonia contro l'armata Turca. (m.g.)

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