I bombardamenti del 1944 |
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"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici. |
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I bombardamenti del 1944 (Articolo tratto da: "2001 Romagna", n° 110 marzo 2004) In occasione del 70° anniversario dei primi bombardamenti
aerei su Faenza del maggio del '44, vogliamo ricordare il grande tributo pagato
dalla popolazione ed i gravi danni provocati alla nostra città. Le vittime
furono oltre trecento, numerosi furono i feriti, alcuni dei quali rimasti
invalidi, ancora oggi portano i segni di quelle tragiche giornate. Nella primavera del '44 la guerra
sembrava molto lontana, il fronte era ancora fermo nei pressi di Cassino e l'eventualità
di una incursione aerea sulla nostra città sembrava molto remota. Si vedevano
spesso passare gruppi di bombardieri diretti verso il Nord Italia e le sirene
suonavano per segnalare il pericolo, ma non si pensava che Faenza potesse rappresentare
un obiettivo per gli aerei alleati. Come in tutte le città, erano state prese
delle misure di protezione, erano stati predisposti del rifugi nelle cantine di
alcuni palazzi del centro, I'UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) aveva
organizzato delle squadre di pronto intervento che dovevano appoggiare i Vigili
del Fuoco e la Croce Rossa in caso di bombardamento. Erano anche state diramate
delle severe disposizione per l'oscuramento delle luci durante la notte. Le misure di protezione contro le
incursioni aeree erano ben visibili in Piazza dove erano stati montati dei
pannelli paraschegge tra le colonne del loggiato dalla parte del Municipio, e
la fontana era stata racchiusa in una struttura in muratura. Tale struttura
svolse egregiamente il proprio compito proteggendo la fontana dai bombardamenti
aerei, ma soprattutto la protesse nel dicembre del '44 quando i tedeschi in
ritirata fecero saltare con l'esplosivo la torre civica. II suono delle sirene
che segnalavano l'allarme aereo era diventata abbastanza consueto, tanto che
molti lo ignoravano e proseguivano nelle loro attività senza recarsi immediatamente
nei rifugi. Anzi molte persone, guardavano con curiosità il passaggio delle
formazioni dei bombardieri che a volte durava per ore, quando venivano
effettuate delle incursioni sugli impianti industriali dell'Austria o della
Germania meridionale. Ma nella strategia del comando militare alleato, volta ad
impedire l'afflusso di rifornimenti alle truppe tedesche al fronte, anche i
ponti e gli scali ferroviari delle piccole città come Faenza divennero un
obiettivo da colpire.
Un possibile presagio di quello
che stava per accadere avvenne la domenica 30 aprile. Alcune centinaia di bombardieri
sorvolarono la città diretti verso nord, i numerosi caccia che li scortavano
compirono delle evoluzioni nel cielo della nostra città lasciando delle scie
che si intrecciavano, lo spettacolo duro alcune ore, qualcuno interpretò questo
fatto come un avvertimento alla popolazione che presto ci sarebbe stato un
bombardamento. Ma quando tre giorni dopo, il 2 maggio del 1944 le sirene
suonarono l'allarme per l'ennesima volta nessuno pensava ancora seriamente che
potesse avvenire un attacco alla nostra città. I 28 bombardieri americani B24
Liberator del 454° Gruppo di Bombardamento, decollati dalla Puglia e che
avevano come obiettivo primario i ponti sul Po ad Ostiglia, a causa delle
cattive condizioni di visibilità si diressero verso l'obiettivo secondario, il
ponte della ferrovia sul Lamone.
II 19
maggio ed il 5 di giugno i
bombardieri pesanti americani effettuarono altre due missioni sulla
nostra città,
nei mesi successivi le incursioni vennero effettuate da bombardieri
medi del
tipo B25 e B26. Gli aerei appartenevano sia all'aviazione americana che
a
quelle di alcuni paesi del Commonwealth, Australia, Sud Africa e
Canada. Le
incursioni continuarono fino all'avvicinarsi del fronte, il 10 dicembre
1944 ad opera del 340° Bomber Group USAF compiono l'ultimo
bombvardamento alleato sulla città.
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